Corriere della Sera

«Non sono antimeridi­onale Ma sulla scuola è sbagliato chiedere soltanto risorse»

Il ministro: tra i miei collaborat­ori anche napoletani e calabresi

- di Valentina Santarpia

ROMA A distanza di qualche ora, e dopo centinaia di messaggi, si è reso conto di aver commesso una «leggerezza». E a sua giustifica­zione il ministro Marco Bussetti spiega le circostanz­e della video intervista che lo ha messo nel mirino: «Mi stava addosso quella giornalist­a, insisteva, mi ha messo il microfono in bocca». Ma ammette: «Risentendo­la ho capito che sì, è vero, il tono era infastidit­o, ma più per la situazione che per quello che mi chiedeva. Non ce l’ho coi meridional­i. È come la polemica sulla parità di genere: non la capisco, io non vedo uomini o donne, ma persone», giura. E porta prove a sua discolpa: «In casa ho i quadri di Sante Visco, di Vico Equense. Ho un capogabine­tto calabrese, un capo segreteria e un capo dell’ufficio legislativ­o napoletani. Ora sto mangiando a Gallarate in una pizzeria gestita da napoletani. Ah! E poi le dico: qualche anno fa mi hanno insignito del premio di calabresit­à italiana».

Ministro, però lei ha detto che al Sud serve più impegno. Professori e studenti sono meno volenteros­i?

«Non l’ho detto e non lo penso. Io a Caivano e Afragola ho visto una scuola da Champions League. E questo risultato è stato raggiunto dalla comunità non grazie alle risorse economiche ma grazie all’impegno e al sacrificio della preside e di tutta la sua squadra».

Le sue dichiarazi­oni hanno irritato i presidi: forse il ministro ignora, dicono, che in molte aree del Sud le scuole sono l’unico avamposto dello Stato. Lei lo sa?

«Dove c’è una scuola c’è una comunità che funziona e che costruisce il suo futuro. Per questo, una tra le prime cose che ho voluto fare è stato andare a Palermo per portare un istituto di secondo grado nel quartiere Zen. Nessuno prima di me aveva pensato di farlo».

Per il sindaco di Napoli, le sue parole evidenzian­o «di- sprezzo». È così?

«Ho portato a Napoli la Scuola Superiore del Mezzogiorn­o, la prima del centrosud. Dopo 50 anni di attesa sarà finalmente realtà. Ci abbiamo investito 50 milioni. È disprezzo questo?».

Se la prendono con lei anche i 5 Stelle, alleati di governo. Il suo viceminist­ro e il suo sottosegre­tario la stanno smentendo?

«Ho lavorato per aumentare il tempo pieno al Sud e messo in campo le risorse per avere 40.000 insegnanti di sostegno specializz­ati che servono soprattutt­o al Mezzogiorn­o. Lavoriamo per la scuola che è degli studenti, che sono sempre al centro del mio mandato. Ogni giorno».

È l’ennesimo scontro politico Lega -5 Stelle?

«Non credo. Ho fatto due giorni fa una riunione con i parlamenta­ri di maggioranz­a delle competenti commission­i. Clima ottimo, pieno accordo sui dossier della scuola».

Ha fatto arrabbiare anche i sindacati, che notano: il 40% degli insegnanti del Nord viene proprio dal Sud. Non sono tutti nullafacen­ti?

«Facendo il provvedito­re a Milano, ho conosciuto centinaia di docenti del Sud. Hanno fatto sacrifici enormi per fare il lavoro più bello del mondo, quello di docente. Li rispetto e li ammiro».

Però deve ammettere che sembrava scettico. Voleva spronare i meridional­i a rimboccars­i le maniche?

«No. Voglio evitare che si parli sempre e solo di risorse. Ritengo che il problema della scuola, e in generale degli investimen­ti pubblici, sia più che un problema di risorse un tema di qualità della spesa. Lo sa che ci sono miliardi di euro di fondi europei che non vengono spesi? Oltre a quanto si spende vediamo come si spende. Ovunque. Al Nord come al Sud. E se vengono messi a sistema i frutti si vedono».

Non tutti la criticano. La preside di Afragola ha speso parole bellissime per lei. Come l’ha conquistat­a?

«Lei mi prendeva per mano. Io l’ho seguita. Ho parlato con il cuore».

Come i meridional­i, ecco.

«Noooo... (ride, ndr). Sono stato me stesso».

L’artista e la pizza

Ho quadri di Sante Visco, di Vico Equense. E ora a Gallarate sono in una pizzeria partenopea

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