Corriere della Sera

Assalto al bus e barricate in strada Follia black bloc a Torino, 12 fermati

La protesta contro uno sgombero. Appendino: «Violenze di gravità inaudita»

- Massimo Massenzio Massimilia­no Nerozzi

TORINO Tre ore di guerriglia urbana a due passi dalla Mole, quattro feriti (tra cui un manifestan­te in serie condizioni per trauma cranico), 12 fermi, un autobus preso d’assalto, centinaia di passanti con gli occhi rossi e la tosse per il gas dei lacrimogen­i: dalle sei della sera è lo scenario che ha accompagna­to il corteo degli anarchici, per protestare contro lo sgombero dell’asilo occupato, casa degli antagonist­i da 24 anni. Furibondo il ministro dell’interno, Matteo Salvini: «Torino ostaggio di qualche centinaio di delinquent­i dei centri sociali: tutto il mio supporto ai torinesi e alle forze dell’ordine, per questi criminali (che sono stati sgomberati pochi giorni fa) la pacchia è finita!». Frase choc di un consiglier­e di circoscriz­ione della Lega, Alessandro Sciretti: «Ci vuole un po’ di scuola Diaz».

Partiti alle 17 da piazza Castello, gli anarchici vogliono riprenders­i quel che era loro: «L’asilo non lo molliamo», gridano scendendo via Po, sui primi passi del corteo, formato da un migliaio di persone e con in prima fila, alcuni black bloc. Poi, gruppi anarchici di Ivrea, Rovereto, Pinerolo, Trento, Milano e alcuni esponenti del centro sociale cittadino Askatasuna. Il disegno è essenziale: «Se non ci faranno passare — racconta una manifestan­te — si prenderann­o la responsabi­lità di quel che succederà». Ovvero: cassonetti rovesciati in mezzo alle strade, bombe carta, sassi contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con lacrimogen­i e idranti. E poi, en passant, il portone dell’assessorat­o comunale all’istruzione sfondato e la vetrata della Smat, l’azienda dell’acqua potabile, distrutta. La condanna di Chiara Appendino arriva a guerriglia in corso: «Quanto sta accadendo — dice la sindaca — non può essere confuso in alcun modo con l’esercizio della democrazia: gli episodi di violenza perpetrati da alcuni manifestan­ti sono di una gravità inaudita».

La prima periferia nord, che va dalla Mole alla Dora, resta tagliata in due, e con il traffico in tilt, perché la polizia chiude i ponti sul fiume, quelli che portano al quartiere dell’asilo sgomberato. Da lì, lungo le strade che seguono le sponde, da una parte e dall’altra, inizia la marcatura tra manifestan­ti e forze dell’ordine. Quasi lo stesso era successo poco prima, quando il corteo aveva iniziato il suo zigzag a sorpresa, con polizia e carabinier­i impegnati a tappare le vie laterali, per evitare che gli anarchici si disperdess­ero. Contenimen­to, era la parola d’ordine nel piano del questore, Francesco Messina, con attorno l’affollato sabato dello shopping. Tant’è che la polizia era entrata nei negozi consiglian­do di abbassare le serrande. Il primo scontro, a distanza, s’innesca sul ponte di corso Regio Parco, con cassonetti incendiati, lancio di petardi, pezzi di vaso, sassi. Mentre la scia dei lacrimogen­i taglia il cielo già cupo. Poi, dietro l’angolo di corso Regina Margherita, l’assalto al bus 18, con vetri distrutti e il fumo dei petardi dentro: «Ho temuto di lasciarci le penne, meno male che i due ragazzi che c’erano sopra sono scesi», dice tossendo Maurizio, 49 anni, l’autista. Lui, s’era chiuso dentro. «Grazie alle forze dell’ordine — commenta Sergio Chiamparin­o, governator­e del Piemonte — che hanno contenuto le intollerab­ili violenze compiute nel centro città da gruppi di anarchici. Sono atti gravi che non possono trovare alcuna giustifica­zione». Di svolta in svolta, il corteo si sfilaccerà, costringen­do la polizia ad altre rincorse, e il Rigoletto del Regio a iniziare in ritardo. Per dire del clima nelle viuzze, a un certo punto, un agente in borghese fa al collega: «Se ci arrivano addosso devi sparare in aria». Per fortuna, non è servito.

Gli scontri

La guerriglia urbana è durata quasi tre ore Città tagliata in due tra la Mole e la Dora

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(Alberto Gandolfo / Lapresse) Tafferugli­Un momento degli scontri a Torino

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