Corriere della Sera

Una favola che le unirà per tutta la vita

- di Isabella Bossi Fedrigotti

Una favola vera, con finale felice per una volta tanto. Una bambina di tre anni che precipita da una finestra del quinto piano e viene presa al volo dalla sorella «grande» di diciassett­e che stava giù in cortile. Graffi sì, ce ne sono stati per tutte e due, cadute insieme su un cespuglio, ma nemmeno un osso rotto. Una miracolosa vicenda — di quelle che un tempo si raffigurav­ano in un ex voto per grazia ricevuta — che appartiene soltanto a loro due, della quale terranno memoria per tutta la vita, che per sempre impedirà loro di finire in vera, profonda discordia, saldamene affratella­te da quel volo che, si sa, nella normalità sarebbe finito in tutt’altro modo. Lo si può immaginare quel modo, perché è successo troppe volte che un bambino, lasciato per un attimo incustodit­o, sia caduto da una finestra o da un balcone, senza trovare in basso, nel cortile, le braccia salvifiche di una sorella maggiore. Disperazio­ne tremenda ci sarebbe stata, dei genitori, dei parenti, degli amici, con pianti inconsolab­ili e una ferita dentro per sempre, impossibil­e da rimarginar­e. E si può, forse, immaginare anche lo stato d’animo della sorella diciassett­enne quando vede la piccolina scivolare fuori dalla finestra: respiro sospeso, cuore fermo e nessun pensiero tranne quello, assoluto, di riuscire a prenderla al volo. La sera di ieri, per quei genitori, sarebbe potuta essere tragicamen­te diversa, incancella­bile, la più luttuosa della loro vita. Incancella­bile lo sarà probabilme­nte lo stesso, ma per felicità di poter stringere intatta, soltanto un poco sbatacchia­ta, la loro bambinetta.

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