Corriere della Sera

Goggia alla ricerca della discesa da tris «Già felice così, mi guiderà l’istinto»

Vuole l’oro mondiale, dopo quello olimpico e la Coppa di specialità. «Mai stata così solida»

- Flavio Vanetti f. van.

AARE Come si prepara la discesa di un Mondiale? Magari sistemando l’appartamen­to, cosa che Sofia Goggia ha fatto. «Mamma dice che il caos fuori rispecchia il caos che ho dentro. Ma la casetta era parecchio incasinata, meglio intervenir­e». Ordine anche oggi in pista? Oppure lì, largo al caos? «Le linee sono quelle, conosco benissimo i punti chiave. In prova non sono mai stata tanto veloce, ma non ho mai sciato in modalità gara: quindi interpreta­zione basata sull’istinto».

Vai Sofia, confidando che il tempo sia più clemente rispetto a quello toccato ai maschi e che le decisioni dei federales

L’ultima con Lindsey «Ci tenevo a ritrovare la Vonn: sarà la sua ultima gara e sarà bello confrontar­mi con lei»

della Fis non siano discutibil­i. Regolarità ed equità, non si chiede molto di più. Il resto lo deve mettere il «pilota», come direbbe Dominik Paris e come conferma l’olimpionic­a della specialità, che all’argento iridato del superg vuole aggiungere, in questa landa svedese dal meteo balzano, un altro podio importante. «Serve rischiare? No, è più decisivo sciare sempre bene. Contano lucidità e “presenza”, così si creano le buone curve».

La suggestion­e è enorme, nella caccia alla «trinità» della libera nel giorno in cui Lindsey Vonn saluterà tutti: l’oro iridato dopo quello ai Giochi e la Coppa del mondo della disciplina? Vale la pena di provarci. C’è un superg fresco di medaglia che spinge e motiva, mentre quello coreano di un anno fa aveva forse aggiunto pressione, non essendo andato bene. «Tanti lo pensano, ma non è così. A Pyeongchan­g ho vissuto le gare più serene della mia vita. In superg avevo sbagliato, però avevo trovato ciò che mi ha permesso di vincere la discesa: una Sofia fenomenale sugli sci». È un’idea riaffiorat­a in questi giorni: «In allenament­o non avevo mai sciato così bene come ho fatto martedì in superg» dice. Ed è il seguito di Garmisch e del rientro dopo l’infortunio: «Mi ha sorpreso la scioltezza, unita a una solidità sciistica mai avuta».

Sofi ha fatto il possibile per essere qui: non deve fermarsi, pur senza oberarsi di attese. «Se viene qualcosa, bene; sennò il percorso proseguirà. È la discesa del Mondiale, ma è pure la tappa di un itinerario fatto di gioie e di sconfitte. Vorrei benedire la giornata in arrivo: la discesa iridata è la cosa che mi ha tenuto viva in questi mesi. Il 10 febbraio è la data che mi ha spinto a fare che il compagno aveva vissuto a inizio stagione — e ha dato il la alla festa alla presenza del principe ereditario di Norvegia. Paris ha chiuso sesto, Innerhofer 11°, Marsaglia 13°, Casse 17°. Sono i volti di un’italia sconfitta e incupita dalla decisione della Fis di procedere a dispetto del meteo.

Gli azzurri e i francesi chiedevano il rinvio, ma non c’è stato verso. È vero che lo sci è uno sport di situazioni all’aperto e che sul podio (e dintorni) tutto al meglio: quindi è bellissimo solo essere al via. Un’altra motivazion­e è il fatto che volevo ritrovare la Vonn. Lindsey non si era ancora infortunat­a, aveva in programma più gare. Questa sarà invece l’ultima sua: potremo misurarci ancora una volta contro non sono finiti quelli scarsi. Ma oltre alla nebbia, in pista c’era molta neve fresca (con non pochi pericoli). È giusto, essendoci opzioni di riserva, far partire una discesa iridata in questo scenario? Per i norvegesi, favoriti dalla situazione, sì. Per gli azzurri no. Marsaglia è andato giù piatto: «Noi atleti non contiamo nulla, siamo trattati come bestie da circo». Innerhofer al traguardo ha mimato l’italianiss­imo gesto del «ma che cavolo fate?», quindi ha sciolto la In volo Dominik Paris in azione nella discesa vinta dal norvegese Jansrud. Critiche alla Fis per aver fatto disputare la gara

(Epa) l’icona del nostro sport, esattament­e come i maschi hanno fatto con Svindal. Celebratio­n day: attenzione, la vedo competitiv­a; Lindsey è sempre Lindsey».

Uova, caffè, qualche mandorla, fette biscottate e composta biologica. La colazione «goggiana» sarà questa. Il corpo non viene dopo sci e scarponi: «Da ottobre ho perso 5 chili. Mi sono detta: se torno e sono grassa, mi frego. L’anno scorso non ero così magra: ma volevo l’oro olimpico e me lo sono preso». Da qui in poi si tratterà solo di ricalibrar­e i cavalli: «Ho tolto quella extra, ma anche quella che dovrò recuperare». Impression­e? La cilindrata attuale oggi potrebbe bastare. lingua: «A noi piace lottare l’uno contro l’altro, non contro il meteo. E siamo scesi pure nel momento peggiore. Svindal e Jansrud quest’anno non erano mai saliti sul podio: non li discuto, ma non hanno vinto i più competitiv­i nella stagione». Paris ha fatto ammenda («Ho commesso due errori»), ma si è aggiunto alle critiche: «Il risultato è anche giusto, però la gara non è stata uguale per tutti: non potevi scegliere le linee, dovevi stare in tracce che non vedevi. Infine hanno accorciato gli intervalli di partenza e chi doveva lisciare aveva poco tempo: una cosa buttata lì. Se sbaglio io, è un conto; però giocarsi così una medaglia è triste».

Dall’italia, Flavio Roda, presidente della Fisi, ha parlato di una sconfitta per lo sport. Avrebbe fatto meglio a essere qui a farsi valere.

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 ?? (Epa) ?? Attesissim­a Sofia Goggia, 26, ha già vinto l’argento nel superg: cerca l’impresa nella discesa ai Mondiali di Aare
(Epa) Attesissim­a Sofia Goggia, 26, ha già vinto l’argento nel superg: cerca l’impresa nella discesa ai Mondiali di Aare

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