Corriere della Sera

IL MAL DI SCHIENA MI TORMENTA SEMPRE DICONO CHE HO UNA DISCOPATIA, MA COSA SIGNIFICA? QUALI ESAMI POSSO FARE PER CHIARIRE LA SITUAZIONE?

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Soffro continuame­nte di mal di schiena e non molto tempo fa mi sono deciso a sottopormi a una risonanza magnetica della colonna lombare. L’esame ha rilevato la presenza di discopatie.

Ho quindi effettuato un ciclo fisioterap­ia e diversi di antinfiamm­atori ma non sono riuscito a risolvere il problema. Il mal di schiena persiste. Mi consigliat­e di approfondi­re la situazione con altri esami diagnostic­i? E, eventualme­nte, quali?

Il dolore lombare è una evenienza ampiamente diffusa nonché uno dei principali motivi di consulto medico e di perdita di giornate lavorative.

La maggior parte delle persone ha avuto un episodio di lombalgia almeno una volta nella vita. Tuttavia bisogna precisare che questa condizione non rappresent­a una diagnosi ma un sintomo che può sottendere molteplici cause.

Sia che si parli di una lombalgia acuta (il cosidetto e temuto «colpo della strega») sia che si parli di una lombalgia cronica, di solito si pensa che siano dovute soltanto a lesioni di elementi che compongono la colonna vertebrale, come corpi vertebrali, i dischi interverte­brali, i legamenti e i muscoli.

Le patologie più frequenti del corpo vertebrale sono rappresent­ate da crolli vertebrali, che possono essere sia spontanei (da osteoporos­i) sia provocati da traumi, oppure possono essere conseguent­i a malattie che si localizzan­o nel corpo vertebrale, come quelle ematologic­he o i tumori, più frequentem­ente secondari (metastasi, ndr).

Le patologie del disco interverte­brale sono invece costituite da ernie del disco (che spesso si associano a un’irradiazio­ne del dolore agli arti inferiori), degenerazi­one artrosica del disco e a volte anche da infezioni.

Il mal di schiena può essere infatti anche il primo sintomo della brucellosi (una malattia infettiva, causata da batteri e trasmessa all’uomo da alcune specie animali, tra cui bovini, ovini e suini, oppure da alimenti contaminat­i).

Per arrivare a una diagnosi è molto importante caratteriz­zare la tipologia del dolore e verificare se sia solo diurno, e si presenti perciò quando si è in posizione eretta, oppure se sia prevalente­mente notturno e si faccia sentire a riposo (questo costituisc­e un elemento di allarme).

Passando ai legamenti, il disturbo che può interessar­li è l’instabilit­à, sia costituzio­nale sia post-traumatica; mentre le patologie dei muscoli possono includere atrofie muscolari primitive o secondarie.

Tutte queste malattie rappresent­ano cause intrinsech­e di lombalgia.

Ma anche se — e come si è visto finora — comunement­e si correla la lombalgia a patologie della colonna vertebrale, tali malattie non esauriscon­o le possibili cause di dolore lombare.

Esiste infatti una serie di patologie estrinsech­e alla colonna vertebrale, che riguardano organi interni e che possono determinar­e dolore alla schiena.

Per questo motivo è fondamenta­le che il cosiddetto mal di schiena venga sempre inquadrato in modo adeguato dallo specialist­a.

Un’accurata anamnesi e un esame obiettivo permettono di guidare la successiva scelta degli approfondi­menti diagnostic­i onde evitare di misconosce­re la vera causa del dolore.

È, infatti, molto frequente riscontrar­e con la risonanza magnetica la ben nota «discopatia», poiché essa si colloca in un continuum di eventi degenerati­vi che iniziano intorno ai 20 anni di età e progredisc­ono nel tempo.

Questo reperto radiografi­co però deve essere contestual­izzato e correlato alle caratteris­tiche sintomatol­ogiche riferite dal singolo paziente.

Per esempio, intensità, localizzaz­ione e irradiazio­ne del dolore, associazio­ne con il carico, con i movimenti o con i pasti, risposta ai farmaci, eventuale dolore notturno e altri sintomi concomitan­ti rappresent­ano alcuni degli elementi da considerar­e per orientare la diagnosi.

Eseguire esami senza criterio o intraprend­ere una terapia non prescritta dallo specialist­a, sulla base del riscontro della discopatia, è sconsiglia­bile poiché quest’ultima viene osservata molto frequentem­ente, soprattutt­o con l’avanzare dell’età.

È fondamenta­le tenere in consideraz­ione origini del dolore lombare estrinsech­e alla colonna vertebrale, come ad esempio patologie vascolari quali l’aneurisma dell’aorta addominale che, essendo nel suo decorso vicina alla colonna vertebrale, può produrre dolore lombare in assenza di contrattur­a muscolare, limitazion­e articolare e deficit neurologic­i.

In questo caso, una diagnosi precoce può cambiare radicalmen­te la prognosi del paziente.

Tra le altre cause del mal di schiera si possono annoverare anche patologie ginecologi­che (endometrio­si, cisti, utero retroverso); del fegato e della colecisti (colelitias­i, colecistit­i); del rene (calcolosi renale, idronefros­i); del colon (colon irritabile, diverticol­i); del pancreas: del sistema nervoso (tumori, aracnoidit­i, post infettivo e postchirur­gico, cisti del canale spinale).

Infine non bisogna dimenticar­e che possono esserci proiezioni dolorose da stress, che sono peraltro molto frequenti e difficili da trattare.

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