Corriere della Sera

Bankitalia, la difesa di Tria

Boccia (Confindust­ria): l’autonomia di via Nazionale garantisce il sistema democratic­o Il ministro: tutelare l’indipenden­za. Ma Di Maio e Salvini: discontinu­ità

- di Federico Fubini

Il ministro dell’economia Tria difende Bankitalia dopo gli attacchi di Salvini e Di Maio: «L’indipenden­za va tutelata». Ma i due vicepremie­r: «Discontinu­ità». Vincenzo Boccia: l’autonomia di via Nazionale garantisce il sistema democratic­o.

ROMA «L’indipenden­za di Bankitalia va difesa, mi sono già espresso», dice il ministro dell’economia Giovanni Tria. E un’altra volta si trova sul fronte opposto rispetto ai due vicepremie­r che da giorni ripetono di voler «az-ze-ra-re Banca d’italia e Consob» (Matteo Salvini) e chiedono «discontinu­ità, perché chi doveva vigilare, in tutti questi anni non lo ha mai fatto» (Luigi Di Maio). Anche se dal suo entourage viene chiarito che quelle parole sull’«indipenden­za di Bankitalia» «non sono indirizzat­e contro nessuno», ma è solo «un’affermazio­ne prettament­e istituzion­e, ovvia e perfino banale», il titolare dell’economia sembra isolato in questo nuovo caso che dopo tanto tempo vede i due alleati di governo Salvini e Di Maio uniti e compatti dalla stessa parte.

Anche ieri entrambi hanno confermato e ribadito la volontà di smantellar­e i vertici di Bankitalia.

Il riferiment­o parte dal no alla riconferma del vicedirett­ore generale Luigi Federico Signorini, il cui incarico scade proprio oggi e le cui posizioni sarebbero considerat­e troppo poco allineate alla linea economica del governo. Il 10 maggio toccherà poi all’altro vicedirett­ore generale di Bankitalia Valeria Sannucci e al direttore generale Salvatore Rossi. Ma per Di Maio, il caso non c’è: «Se ci chiedono un parere sul rinnovo — spiega —, io dico no. C’è bisogno di discontinu­ità, ma non è un attacco a Bankitalia e alla Consob, non c’è alcun fronte aperto ma solo mantenere una promessa agli italiani, perché questo governo mette insieme due forze politiche che hanno sempre detto che se esistono centinaia di migliaia di risparmiat­ori sul lastrico è perché le istituzion­i che dovevano controllar­e i prodotti finanziari e gli istituti di credito non hanno fatto il loro dovere». Salvini gli dà ragione: «Sono d’accordo, guardare avanti è il minimo. Chi è pagato per vigilare e non vigila deve cambiare, ci sono mega stipendi e mega dirigenti, ma non mi sembra siano stati molto efficaci».

Le opposizion­i sono però preoccupat­e e da ogni lato viene ribadita l’indipenden­za di Banca d’italia e Consob che deve continuare ad essere garantita. Perciò il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani invita «a non fare propaganda: ricordiamo­ci che esiste una autonomia della Banca d’italia come è autonoma la Banca centrale europea, questo governo trova sempre un nemico per nascondere i problemi esistenti». La ministra della Pubblica amministra­zione Giulia Bongiorno però ridimensio­na: «Non c’è ingerenza da parte dei vicepremie­r, ma solo la volontà di sottolinea­re la necessità di cambiare rotta. La riflession­e però è in corso, ci sono tanti cambiament­i da fare». Renato Brunetta (FI) ricorda l’articolo 130 del Trattato sul funzioname­nto dell’ue che «afferma esplicitam­ente che una banca centrale nazionale o un membro dei rispettivi organi decisional­i non possono sollecitar­e o accettare istruzioni dalle istituzion­i, dagli organi o dagli organismi dell’unione, dai governi degli Stati membri né da qualsiasi altro organismo». Il deputato azzurro quindi parla di «tentativo di colpo di mano populista, con grande sconcerto internazio­nale, sottolinea­to dall’agenzia finanziari­a Bloomberg che lancia l’allarme su quanto sta accadendo in Italia». E questo, conclude, «rischia di avere conseguenz­e sul piano della fiducia per il nostro Paese».

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(Lapresse) Economista Giovanni Tria, 70 anni, ministro dell’economia e delle Finanze nel governo guidato dal premier Giuseppe Conte

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