Il sogno Interrail
Avere vent’anni e girare in treno. Dal ‘72 Interrail è una della parole per capire l’europa: un solo biglietto e un viaggio senza confini.
Avevo vent’anni e un biglietto per sognare. Proprio un biglietto. Da usare sui treni d’europa. Una spesa piccola, un viaggio senza fine nell’estate del 1987, quando Vienna era ancora il confine dell’occidente e a Berlino la guerra sembrava appena finita. Interrail. Un ticket ferroviario per passare da una stazione all’altra, da una città all’altra: una specie di patente di cittadino europeo. Con il diritto di viaggiare, di cambiare percorso, di conoscere centinaia di coetanei, di passare da Zurigo ad Amsterdam per poi scoprire Lisbona. Treni e ostelli, ostelli e treni, un low cost prima del tempo, inventato nel 1972 per sospingere i viaggi e la curiosità, cioè quello che conta: al di là dei discorsi e della retorica.
Si dice «generazione Erasmus». Invenzione magnifica. Pilastro europeo. Che riguarda gli studenti e le università. L’interrail è di tutti e per tutti: è forse l’idea del viaggio democratico e del (reale) superamento delle frontiere. Tanto che oggi ci sono tre tipi di pass che valgono per 30 Paesi e 37 compagnie ferroviarie e di navigazione. Chi ha appena compiuto 18 anni può anche candidarsi a prendere il biglietto gratis: a spese dell’unione europea. Difficile trovare dati certi: però si stima che ogni anno siano almeno 300 mila i ragazzi che scelgono l’interrail.
Saranno tante le parole dell’inchiesta: ma è bello partire dal viaggio, perché è il n ostro stesso codice genetico. L’europa delle regole forse non conosce neppure se stessa. O se ne dimentica. Un termine che all’inizio metteva (quasi) soggezione ora è un patrimonio comune. Una miniera di ricordi. Un allargamento della Ue prima che qualcuno lo immaginasse. Le antiche strade con cui i Romani unirono il continente e trasformarono tutti in cittadini, dalla Spagna all’attuale Romania, sono le ferrovie degli ultimi decenni, che bucano le montagne (senza offesa per le montagne) e portano i giovani in giro per le città con i sorrisi e gli zaini. Le capitali famose nel mondo e qualche posto che nessuno conosce. Un biglietto unico e scontato è il miglior ingresso nel mercato comune. Poi, certo, aiuta anche avere vent’anni.