Corriere della Sera

Dibba, una gaffe tira l’altra. Sognando la Farnesina

- di Fabrizio Roncone

Alessandro Di Battista ha un sogno (non più tanto segreto): diventare ministro degli Esteri. Non sa quando, e come. Ma conta, prima o poi, di riuscirci. È per questo che si esercita. Sono anni che si esercita (del resto l’azienda di famiglia va come va, conti in rosso e lavoratori in nero, e insomma la poltrona della Farnesina sarebbe proprio un colpaccio).

Dicevamo dello spessore internazio­nale del Dibba: che iniziò suggerendo di trattare con l’isis. Poi spiegò che Napoleone combatté un’importante battaglia ad Auschwitz (invece che ad Austerlitz). Quindi annunciò che in Grecia cittadini disperati si iniettavan­o il virus dell’aids per prendere il sussidio. Definì Barack Obama un volgare golpista. Giustament­e, i reportage che ha scritto dal Guatemala sui locali alberi da frutta verranno presto raccolti in un libro. Insomma, il talento c’è.

Però il talento va confermato. Così ieri Di Battista — al solito: piacionesc­o, finto gruppettar­o e con i basettoni, guardatemi vi prego i basettoni — si è collegato da Parigi con lo studio di Lucia Annunziata a Mezz’ora in più, spiegando di essere lì, in Francia, anche per «annusare un po’ la situazione». Annusare: diciamo che un mese fa aveva suggerito di invaderla, limitandos­i poi, martedì scorso, ad incontrare — insieme a Luigi Di Maio — uno dei leader dei gilet gialli, Christophe­r Chalençon, un gentiluomo che auspica, per il suo Paese, «la guerra civile».

La verità è che Dibba, a favore di telecamera, si esalta. E straparla più del solito. Così alla Annunziata dice che l’emergenza dei migranti è stata causata dall’intervento militare francese del 2011 (ignorando che il fenomeno, planetario, va avanti da oltre 25 anni) e che l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano vi si piegò «in modo vile. E Berlusconi ancora di più, perché era contrario».

Quindi mette su la solita smorfietta: l’ho detta abbastanza grossa? Sì. La Annunziata gli chiede subito di scusarsi, ma lui si rifiuta e aggiunge: «Mattarella non si sarebbe mai comportato come Napolitano». Poco dopo, alle 18.28, le agenzie battono la notizia che Mattarella — nel giorno del ricordo delle Foibe — ha telefonato a Napolitano «per esprimere al Presidente emerito grande apprezzame­nto per la sua presidenza, verso cui va la doverosa riconoscen­za degli Italiani».

Disse una volta il Dibba: «Me ne sono accorto: certi, quando mi vedono, iniziano a ridere».

In tv

Da Lucia Annunziata, parlando di migranti e Libia, attacca Napolitano. Che poi viene difeso da Mattarella

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