Dibba, una gaffe tira l’altra. Sognando la Farnesina
Alessandro Di Battista ha un sogno (non più tanto segreto): diventare ministro degli Esteri. Non sa quando, e come. Ma conta, prima o poi, di riuscirci. È per questo che si esercita. Sono anni che si esercita (del resto l’azienda di famiglia va come va, conti in rosso e lavoratori in nero, e insomma la poltrona della Farnesina sarebbe proprio un colpaccio).
Dicevamo dello spessore internazionale del Dibba: che iniziò suggerendo di trattare con l’isis. Poi spiegò che Napoleone combatté un’importante battaglia ad Auschwitz (invece che ad Austerlitz). Quindi annunciò che in Grecia cittadini disperati si iniettavano il virus dell’aids per prendere il sussidio. Definì Barack Obama un volgare golpista. Giustamente, i reportage che ha scritto dal Guatemala sui locali alberi da frutta verranno presto raccolti in un libro. Insomma, il talento c’è.
Però il talento va confermato. Così ieri Di Battista — al solito: piacionesco, finto gruppettaro e con i basettoni, guardatemi vi prego i basettoni — si è collegato da Parigi con lo studio di Lucia Annunziata a Mezz’ora in più, spiegando di essere lì, in Francia, anche per «annusare un po’ la situazione». Annusare: diciamo che un mese fa aveva suggerito di invaderla, limitandosi poi, martedì scorso, ad incontrare — insieme a Luigi Di Maio — uno dei leader dei gilet gialli, Christopher Chalençon, un gentiluomo che auspica, per il suo Paese, «la guerra civile».
La verità è che Dibba, a favore di telecamera, si esalta. E straparla più del solito. Così alla Annunziata dice che l’emergenza dei migranti è stata causata dall’intervento militare francese del 2011 (ignorando che il fenomeno, planetario, va avanti da oltre 25 anni) e che l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano vi si piegò «in modo vile. E Berlusconi ancora di più, perché era contrario».
Quindi mette su la solita smorfietta: l’ho detta abbastanza grossa? Sì. La Annunziata gli chiede subito di scusarsi, ma lui si rifiuta e aggiunge: «Mattarella non si sarebbe mai comportato come Napolitano». Poco dopo, alle 18.28, le agenzie battono la notizia che Mattarella — nel giorno del ricordo delle Foibe — ha telefonato a Napolitano «per esprimere al Presidente emerito grande apprezzamento per la sua presidenza, verso cui va la doverosa riconoscenza degli Italiani».
Disse una volta il Dibba: «Me ne sono accorto: certi, quando mi vedono, iniziano a ridere».
In tv
Da Lucia Annunziata, parlando di migranti e Libia, attacca Napolitano. Che poi viene difeso da Mattarella