Corriere della Sera

A Firenze l’altra Tav mette Toninelli in imbarazzo

- Claudio Bozza

AFirenze, 450 km a Sud di Chiomonte, teatro dello scontro per il tunnel Tav che il M5S non vuole, c’è un altro «buco» da scavare. E anche il completame­nto di questa grande opera mette alle strette il ministro delle Infrastrut­ture Toninelli. Il confronto tra i costi per la Torino-lione (oltre 25 miliardi) ed il tunnel Tav sotto Firenze (1,6 miliardi) è abissale, ma la dinamica di fondo è la stessa: le opere sono a buon punto, ma il M5S, dopo averlo promesso in campagna elettorale, ora che è al governo non trova appigli per fermare i cantieri. A Firenze sono stati fatti lavori per oltre 805 milioni su un miliardo e mezzo: a due passi dalla stazione di Santa Maria Novella è stato scavato lo scalo Tav di Norman Foster (450 metri di lunghezza per 50 di larghezza e 22 di profondità). L’ok all’opera risale al 1995: oggi manca il tunnel di 6 km, che, bypassando Firenze in sotterrane­a, libererebb­e i binari in superficie favorendo il traffico dei pendolari e taglierebb­e altri 10 minuti sulla Milano-roma. Nel frattempo, però, complici i tempi politici da moviola, le imprese impegnate negli scavi sono andate in crisi. E da mesi, in questo maxi cantiere da 300 persone, non lavora più nessuno. E adesso? La patata bollente tocca di nuovo a Toninelli, che però non sa come tornare indietro. E così il ministro, come per la Torino-lione, sfodera un’altra «analisi costi benefici per valutare la soluzione migliore per la città». Dal ministero fanno poi sapere che la Tav fiorentina ha «un impatto ambientale enorme e con alternativ­e interessan­ti, come il passaggio di superficie». La stessa linea sulla quale, prima del salto al ministero della Giustizia, si era mosso il giovane avvocato Alfonso Bonafede, che difendendo decine di cittadini dai possibili danni costruì anche un bacino di consensi che l’ha poi proiettato alla Camera con il M5S. Oggi Toninelli sarà a Firenze, con il presidente della Repubblica, per inaugurare la tramvia che collega la stazione all’aeroporto «renziano», altra grande opera (300 milioni per il nuovo scalo, di cui 150 dallo Stato) per cui il ministro M5S aveva annunciato lo stop. Ma nei giorni scorsi, da Roma, è arrivato il via libera.

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