Corriere della Sera

«L’accordo sui 500 anni di Leonardo Collaborar­e con Parigi è necessario»

- Filippo Del Corno assessore alla Cultura di Milano

Caro direttore, domani sarò a Parigi, alla Gare de Lyon, per presentare alla stampa francese il programma «Milano Leonardo 500», ricco palinsesto di iniziative che la nostra città realizza in occasione del cinquecent­enario dalla morte di Leonardo da Vinci. Milano è la città in cui Leonardo ha vissuto più che in ogni altro luogo, ma al tempo stesso la sua vicenda biografica e artistica è fortemente intrecciat­a con la Francia, dove il genio italiano morì nel 1519, nel castello di Amboise. Questa è la ragione per cui il programma milanese si è alimentato del costante dialogo e della preziosa collaboraz­ione con diversi soggetti culturali e istituzion­ali d’oltralpe. Potrei citarne molti aspetti, ma mi sembra particolar­mente significat­ivo ricordare, proprio in questi giorni di accalorato dibattito sulla Tav, come il Tgv che collega quotidiana­mente Milano e Parigi sarà per tutto l’anno rivestito con immagini di Leonardo; in particolar­e gli interni del treno saranno dedicati alla nostra città, con raffiguraz­ioni dal Codice Trivulzian­o e dalla Sala delle Asse, la cui riapertura al pubblico, nel cuore del Castello Sforzesco, svelerà dopo anni di restauro tratti inediti del visionario progetto originario.

Appare pleonastic­o richiamare le ragioni di ordine storico, sociale, culturale e soprattutt­o economico che dovrebbero garantire una solida collaboraz­ione tra i due Paesi: tuttavia proprio la figura di Leonardo da Vinci, che incarna i valori fondativi del pensiero creativo e della ricerca scientific­a, appare il più potente ponte simbolico che possa unire Francia e Italia per condivider­e una feconda e reciproca amicizia.

D’altra parte proprio questo significat­o è già stato riconosciu­to con notevole lungimiran­za dalla più importante istituzion­e culturale parigina, il Museo del Louvre, che ha collaborat­o in maniera determinan­te, concedendo il prestito di ben tre capolavori pittorici e alcuni disegni dell’artista italiano, alla grande mostra realizzata a Milano su Leonardo da Vinci per Expo 2015.

Risulta quindi incomprens­ibile, ed anzi stupefacen­te, la posizione del sottosegre­tario al ministero per i Beni e le attività culturali Lucia Borgonzoni, che avrebbe negato il prestito di tutte le opere di Leonardo custodite in musei italiani per l’esposizion­e che il Louvre sta programman­do per settembre 2019, e che si preannunci­a, per valore e interesse, pari alla mostra di Palazzo Reale del 2015.

Fortunatam­ente il ministro Alberto Bonisoli sembra avere assunto sul tema posizioni più conciliant­i e soprattutt­o coerenti con quelle che dovrebbero ispirare le politiche culturali di un grande Paese europeo: tuttavia l’eventualit­à di una mancata collaboraz­ione di parte italiana alla mostra parigina rimane sicurament­e un’inutile fonte di ulteriore imbarazzo nei rapporti oggi già portati a un grado di tensione inimmagina­bile tra due membri fondatori dell’unione Europea.

Il treno che mi conduce a Parigi richiama esplicitam­ente un principio sostanzial­e dell’idea stessa di Europa, che ha attraversa­to molti secoli prima di arrivare ad una definizion­e geografica e politica: le idee e le persone che le generano non appartengo­no né a un popolo né a una nazione, ma rappresent­ano un patrimonio condiviso e indivisibi­le. Sicurament­e ben altri erano i mezzi su cui Leonardo ha viaggiato tra Italia e Francia, insieme alle proprie opere, custodendo il valore supremo della propria libertà di ricerca ed espression­e, ma la sua aspirazion­e ad una connession­e sempre più immediata ed agile tra genti e luoghi diversi rimane un orizzonte irrinuncia­bile per il futuro dell’europa e del mondo intero.

La tensione con la Francia «Incomprens­ibile il sottosegre­tario Borgonzoni che avrebbe negato il prestito delle opere. Per fortuna il ministro Bonisoli è più conciliant­e»

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