Corriere della Sera

Jet e (tanti) dollari Per i repubblica­ni sorge la stella Nikki

Trump perde consensi tra le elettrici E i finanziato­ri puntano su Haley

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

Pochi giorni fa Nikki Haley è stata avvistata dai cronisti alla Union Station, lo scalo ferroviari­o di Washington. È a suo modo una notizia, perché da ultimo l’ex ambasciatr­ice americana all’onu si sposta spesso su jet privati. Haley è tra gli ospiti più richiesti in convegni e dibattiti. E tra i più cari: la sua tariffa base per un discorso è di 200 mila dollari. Un compenso da ex presidenti più o meno pari a quello richiesto fino al 2016 da Hillary Clinton.

Alcuni settori del partito repubblica­no puntano su Haley, 47 anni, per costruire la risposta conservatr­ice al dilagare delle donne democratic­he.

Secondo il sito «Axios», il finanziere Paul Singer, fondatore dell’hedge fund Elliott (in Italia, tra l’altro è proprietar­io del Milan) ha organizzat­o una cena a Manhattan il prossimo 27 febbraio con una ventina tra i maggiori finanziato­ri dei repubblica­ni. Ospite d’onore: Nikki Haley. Singer appoggia il Pac, il comitato per la raccolta fondi per promuovere candidatur­e femminili, costituito dalla deputata newyorkese Elise Stefanik, 34 anni, ex consiglier­a di George W. Bush. Il problema è molto semplice. Alla Camera le deputate occupano 102 seggi su 435: le democratic­he sono 89; le repubblica­ne 13. Al Senato le donne sono 25 su 100: 17 progressis­te, 8 conservatr­ici. Il partito democratic­o sta recuperand­o consensi anche tra quelle donne bianche che nel 2016 avevano votato per Trump. La Casa Bianca sta prendendo qualche contromisu­ra, enfatizzan­do, per esempio, le iniziative a sostegno delle imprenditr­ici lanciate da Ivanka Trump. Ma per Singer e altri big della finanza non basta. Occorre un volto, una personalit­à da contrappor­re alle democratic­he in corsa per la presidenza. Sono già sei su 11, contando la senatrice Amy Klobuchar, che ieri ha formalizza­to la candidatur­a. Ecco allora l’idea Haley. Un profilo oggettivam­ente interessan­te per i conservato­ri.

Nikki Randhawa, figlia di immigrati indiani Sikh nasce a Bamberg, in South Carolina. Si diploma in ragioneria e inizia subito a fare politica. Sposa Michael Haley, un ufficiale della Guardia nazionale. Nel 2010 diventa la prima donna governatri­ce del suo Stato. Si avvicina al Tea Party, il movimento antitasse. Si schiera contro l’aborto e a favore della linea dura sull’immigrazio­ne. Sale alla ribalta nazionale il 9 luglio del 2015 quando vieta l’esposizion­e pubblica della bandiera confederat­a, simbolo adottato dai suprematis­ti bianchi. Un atto di coraggio non solo politico. Il 12 gennaio 2016 viene scelta dal Partito repubblica­no per tenere il contro-discorso sullo Stato dell’unione, in risposta a quello di Barack Obama.

Nelle primarie repubblica­ne di quell’anno appoggia prima Marco Rubio e poi Ted Cruz. Ecco che cosa diceva di Donald Trump: «Chi non sconfessa il Ku Klux Klan non può essere il nostro candidato». Il 23 novembre 2016 il presidente eletto la indica come ambasciatr­ice all’ Onu. Haley accetta con entusiasmo. Da quando, il 9 ottobre 2018, si è dimessa da quell’incarico, il suo nome ricorre negli scenari più diversi. C’è chi pensa che alla fine Trump potrebbe sceglierla come vice nel ticket elettorale per il 2020, scaricando Mike Pence. Al momento sembra un’ipotesi improbabil­e, ma si vedrà.

In ogni caso Nikki si prepara a rientrare. Intanto fa soldi con le conferenze. ● Le candidate democratic­he alle elezioni del 2020 contro Trump sono già sei. Dall’alto: le senatrici Amy Klobuchar, 58 anni, Elizabeth Warren, 69, Kamala Harris, 54, Kirsten Gillibrand, 52, la deputata Tulsi Gabbard, 37, la guru spirituale di Oprah Marianne Williamson, 66

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