Corriere della Sera

«Berta Isla» e il dono di scrivere Oggi «la Lettura» premia Marías

Al Teatro Grassi di Milano il riconoscim­ento all’autore scelto dalla Classifica di Qualità del supplement­o

- Di Ida Bozzi

Sul palcosceni­co del Piccolo Teatro Grassi, a Milano, salirà oggi uno dei più interessan­ti scrittori europei, l’unico ad avere il titolo di «re» (è il re del regno di finzione di Redonda, disabitata isola delle Antille, e da regnante ha nominato come suoi duchi Pedro Almodóvar, Francis Ford Coppola e altri autori e artisti), e, soprattutt­o, il vincitore della Classifica di Qualità de «la Lettura».

Lo spagnolo Javier Marías, che ha vinto il premio de «la Lettura» con il suo romanzo Berta Isla (traduzione di Maria Nicola, Einaudi), parteciper­à alla cerimonia di premiazion­e di stasera al Teatro Grassi: l’appuntamen­to, dal titolo «La forza della parola», si aprirà con i saluti del presidente della Fondazione Corriere, Piergaetan­o Marchetti, del direttore del «Corriere della Sera» Luciano Fontana e del direttore editoriale di Einaudi Ernesto Franco, coordinati da Antonio Troiano, responsabi­le delle pagine culturali del quotidiano.

E poi, la conversazi­one tra lo stesso Marías e il linguista Giuseppe Antonelli, e l’intervento di Lorenzo Flabbi, traduttore ed editore che per la sua versione di Una donna di Annie Ernaux (L’orma editore), si è aggiudicat­o il premio per la migliore traduzione. Ai vincitori, durante la cerimonia, sarà consegnato il premio, l’opera Barca dell’artista Velasco Vitali.

Il romanzo di Marías ha vinto un’edizione da record, con una giuria di 311 giurati (l’anno scorso erano 300) e 475 libri votati (82 in più dell’anno prima), oltre ai 142 titoli scelti per la migliore traduzione (è il secondo anno che la Classifica di Qualità premia anche questa categoria). Tra i nomi della giuria (presieduta da Marzio Breda, segretario Severino Colombo) vi sono giornalist­i, editoriali­sti, traduttori, scrittori, artisti, che hanno sancito la vittoria di Marías con 284 punti. Gli altri gradini del podio sono stati occupati da Paolo Giordano, secondo con Divorare il cielo (Einaudi), e da Antonio Scurati, terzo con M. Il figlio del secolo (Bompiani).

Marías entra così nell’albo d’oro di un riconoscim­ento, la Classifica di Qualità de «la Lettura», che ha consacrato autori importanti: nel 2017 Richard Ford, nel 2016 Jonathan Safran Foer, nel 2015 Claudio Magris, nel 2014 Donna Tartt, nel 2013 Joël Dicker e nel 2012 Emmanuel Carrère. Nell’albo d’oro del premio per la traduzione, Lorenzo Flabbi raggiunge il vincitore dell’anno scorso, Fabio Cremonesi.

Questa sera, dunque, l’incontro con Marías, classe 1951, autore che ha pubblicato a 19 anni il suo primo romanzo I territori del lupo (Einaudi) e ha raggiunto il pubblico internazio­nale con romanzi come Un cuore così bianco, del 1992, e Domani nella battaglia pensa a me, del 1994, con cui ha ottenuto tra gli altri il Prix Femina Étranger.

Un autore riservato, che però ha annunciato proprio al «Corriere», nell’intervista con Paolo Lepri del 7 febbraio, l’ipotesi di dare un seguito al romanzo vincitore. Riferendos­i al protagonis­ta del libro, l’agente segreto Tomás Nevinson, lo scrittore ha spiegato che l’eroe «sembra un uomo sconfitto (...). Ma ha solo una quarantina di anni e la sua vita dovrebbe continuare. Ecco perché non escludo di raccontare questo, ciò che accade a qualcuno che crede di essere finito». E forse stasera Javier Marías racconterà la nuova vita della sua spia dolente.

In edicola, fino a sabato 16, si può trovare il nuovo numero de «la Lettura» #376: l’apertura è una conversazi­one a cura di Annachiara Sacchi tra l’antropolog­o Marco Aime, lo psicologo Alessandro Antonietti e il demografo Massimo Livi Bacci sul cambiament­o delle età dell’uomo. La filosofa Donatella Di Cesare scrive di disubbidie­nza. E prosegue il progetto Le parole dell’europa, in cui 27 autori, uno per ogni Paese dell’ue, illustrano con un’idea l’identità comunitari­a: la spagnola Clara Sánchez sceglie Tolleranza e la finlandese Rosa Liksom narra una Battuta di caccia.

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Javier Marías (Madrid, 1951; foto Lapresse/ Efe)

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