Corriere della Sera

Lettera di Guaidó all’italia: sconcerto per la vostra linea

Incontri dei delegati anche in Vaticano

- di Daria Gorodisky

Una lettera agli italiani. Juan Guaidó, autoprocla­mato presidente del Venezuela, scrive per esprimere il proprio rammarico sulla posizione presa dal nostro Paese. «Con profondo sconcerto non comprendia­mo le ragioni della posizione politica italiana — si legge nella missiva —. Non capiamo perché il Paese europeo a noi più vicino non prenda una posizione chiara e netta contro il dittatore Maduro e non chieda, con forza, libere elezioni». E continua: «Sono sicuro che il popolo italiano è dalla nostra parte».

Nel weekend sono arrivati ROMA in Italia tre rappresent­anti del presidente dell’assemblea nazionale venezuelan­a Juan Guaidó, che la settimana scorsa aveva scritto al governo italiano e che ora ribadisce in una nuova lettera «sconcerto» per la posizione italiana: «Abbiamo bisogno del vostro appoggio».

E ieri pomeriggio Francisco Jose Sucre Giffuni (presidente della commission­e Affari esteri dell’assemblea nazionale), Antonio Ledezma (sindaco metropolit­ano di Caracas) e Rodrigo Diamanti (rappresent­ante europeo del Venezuela per gli Aiuti Umanitari) sono stati ricevuti al Viminale e alla Farnesina. Prima, invece, hanno avuto un incontro «ufficioso» in Vaticano, dove sono stati accolti da Edgar Pena Parra, sostituto alla Segreteria di Stato.

La missione della delegazion­e è di far riconoscer­e anche all’italia, come hanno fatto altri 59 Paesi democratic­i, che Guaidó oggi è l’unico legittimat­o a traghettar­e il Venezuela verso nuove elezioni presidenzi­ali: «È lui che, come prevede la nostra Costituzio­ne, il 23 gennaio ha giurato in qualità di presidente ad interim della Repubblica».

«Capiamo che il governo italiano debba mantenere un equilibrio fra i suoi due componenti politici – spiega Sucre – Però ci aspettiamo che, oltre agli aspetti di legalità, tenga presente la più grave crisi umanitaria della storia latino-americana, che colpisce anche oltre 100mila italiani e 2 milioni di oriundi».

Visto che oggi il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi porterà in Parlamento la posizione del governo, Ledezma aggiunge: «Ci aspettiamo una dichiarazi­one netta, non parole generiche. Si tratta di scegliere fra l’anarcotira­nnia di Maduro e la libertà democratic­a di Guaidò. Chiediamo un gioco pulito: che si sia di destra o di sinistra, c’è da difendere un popolo che soffre per colpa di un dittatore. Speriamo di ricevere la solidariet­à che il Venezuela ha dato agli italiani quando attraversa­vano tempi difficili».

La stessa richiesta viene rivolta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella da parte di due associazio­ni italo-venezuelan­e della Campania, ed è identica anche a quella inviata nei giorni scorsi al Quirinale dalla comunità italiana in Venezuela.

Intanto, mentre Lega e 5S tentano di comporre un documento congiunto sulla situazione venezuelan­a, il Viminale fa sapere che durante l’incontro il ministro dell’interno Matteo Salvini ha avuto «una telefonata cordiale con Guaidó» e «ha confermato la dura presa di posizione nei confronti di Maduro ed il pieno sostegno al percorso costituzio­nale per arrivare a elezioni libere». Salvini ha anche «assicurato la massima attenzione affinché venga salvaguard­ata l’incolumità di Guaidò e della sua famiglia».

Dal ministero degli Esteri, poi, il sottosegre­tario Ricardo

In Parlamento

Oggi il ministro degli Esteri Moavero Milanesi esporrà la posizione del governo

Merlo dichiara che «il governo italiano, non riconoscen­do la legittimit­à di Maduro, indirettam­ente riconosce l’assemblea nazionale come organo che deve portare il Venezuela al più presto a nuove elezioni presidenzi­ali». I grillini però protestano perché la Farnesina non avrebbe ricevuto un delegato di Nicolás Maduro.

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In delegazion­e Gli inviati del presidente Guaidó con Monsignor Edgar Peña Parra, vice segretario di Stato in Vaticano(I. Bruno/ucg)

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