Corriere della Sera

Berlusconi: inutile dividerci ora Ma in Forza Italia è scontro su Toti

L’ex premier: «Stop alle liste minori, ci indebolisc­ono». Il governator­e attacca i big

- P. D. C.

ROMA «Qualcuno sperava che Fratelli d’italia ci sorpassass­e, per dichiarare morta FI e buttarci tra le braccia della Lega. Spiace per lui, ma siamo sopravviss­uti...». È un sospiro di sollievo quello con cui i big azzurri accolgono il risultato dell’abruzzo, e primo fra tutti Silvio Berlusconi che ribadisce come «senza di noi non esiste un’alternativ­a di centrodest­ra, Salvini oltre una certa soglia non può andare, siamo essenziali per costruire la coalizione che gli italiani sentono come naturale».

Arretramen­to c’è stato — quasi 5 i punti persi rispetto alle Politiche —, ma nessun sorpasso da parte di FDI. E, se si sommano a quelli di FI i voti delle liste centriste che alle Europee convergera­nno con gli azzurri, il partito è «ben oltre il 10%», quota considerat­a essenziale per esistere e resistere. La linea di Berlusconi al termine di un vertice con i fedelissim­i è chiara: «Non dobbiamo più permettere la creazione di liste minori che, come è accaduto ieri, sottraggon­o voti a FI. Succederà anche in Sardegna ed è molto grave perché ci indebolisc­e. Dovremo pensare a sanzioni per chi non rispetta le regole del partito».

Così l’affondo dell’anima critica di FI, Giovanni Toti, suscita la reazione indignata di quasi tutto il resto del partito, e dello stesso Berlusconi che oggi a pranzo riunirà lo stato maggiore ad Arcore per un vertice e trova «inutile» e «masochisti­co» dividersi ora. Proprio nel giorno in cui riceve una telefonata «cordiale e amichevole» da Salvini per congratula­rsi reciprocam­ente del risultato e rinnovare l’alleanza per le prossime regionali di Sardegna (si vota domenica 24), Basilicata e Piemonte.

«La Lega vola, FDI cresce, cresce persino l’udc, FI cala ancora. Ma guai a chi dice qualcosa, guai a chi pensa di cambiare qualcosa. La decrescita felice non è più programma del Cinque Stelle, è il programma della nostra classe dirigente. Sveglia!!!», è l’accusa del governator­e della Liguria, che invoca «dimissioni» da parte dei graduati azzurri e da mesi propone la costruzion­e di una seconda gamba del centrodest­ra assieme alla Meloni con posizioni più vicine al sovranismo di Salvini.

Ma al richiamo di Toti replicano i big del partito convinti che la linea di Berlusconi sia l’unica percorribi­le: sì al centrodest­ra unito ma con FI distinta da Lega e FDI, dura opposizion­e al governo e approccio più moderato in Europa. Su queste posizioni e sostenendo il leader azzurro che si candiderà alle Europee, è la speranza, si può superare la soglia del 10% che renderebbe il partito «essenziale» per alleanze future. Per questo a Toti replica Mariastell­a Gelmini: «Puntuale come un film già visto, parla per scoraggiar­e e non costruire. Non si può continuare a sparare nel mucchio senza avanzare uno straccio di proposta concreta». Critica Mara Carfagna: «Non ha senso proporre un modello di sudditanza verso Salvini: serve l’esatto contrario». Non certo «il tafazzismo di Toti», lamenta Giorgio Mulé.

Il summit ad Arcore Oggi Berlusconi riunisce lo stato maggiore degli azzurri sul risultato in Abruzzo

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