Storia zen di due bambini che impararono a dare le risposte giuste
«Compassione e resilienza possono essere coltivate e diventare il modo in cui viviamo»
G li insegnanti di zen abituano i loro giovani allievi a esprimersi. Due monasteri zen avevano ciascuno un bambino che era il prediletto tra tutti. Ogni mattina uno di questi bambini, andando a comprare le verdure, incontrava l’altro per strada. «Dove vai?» domandò il primo.
«Vado dove vanno i miei piedi» disse l’altro. Questa risposta lasciò confuso il primo bambino, che andò a chiedere aiuto al suo maestro. «Quando domattina incontrerai quel bambino» gli spiegò l’insegnante, «fai la stessa domanda. Lui ti darà la stessa risposta, e allora tu domandagli: “Fa’ conto di non avere i piedi: dove vai, in quel caso?”. Questo lo sistemerà.» La mattina dopo i bambini si incontrarono di nuovo. «Dove vai?» domandò il primo bambino. «Vado dove soffia il vento» rispose l’altro. Anche stavolta il piccolo rimase sconcertato e andò a raccontare al maestro la propria sconfitta e a chiedere nuovamente aiuto.
«E tu quando lo incontrerai nuovamente domandagli dove va se non c’è vento» gli consigliò il maestro. «Questo lo sistemerà». Il giorno dopo i ragazzi si incontrarono per la terza volta. «Dove vai?» domandò il primo bambino. «Vado al mercato a comprare le verdure» rispose l’altro. (...)
Essere pronti a rispondere alla vita non vuol dire avere la risposta giusta. Solo se siamo immersi nel momento presente con la consapevolezza di una mente libera da pre-concetti e pre-risposte possiamo trovare la risposta giusta per il momento che sempre scorre e cambia.
Viviamo tempi molto difficili, tempi di sconvolgimenti politici, economici ed ecologici, che facilmente innescano paura, stress e insicurezza riguardo al futuro. Queste emozioni pervadono la nostra quotidianità e la società stessa. Ma se ci pensiamo, la vita è sempre stata difficile: altre difficoltà, problemi diversi, ma sempre da affrontare con determinazione e saggezza. Come esseri umani siamo facilmente scoraggiati, distratti, offesi o feriti quando le cose non vanno bene. Quando la realtà ci presenta sfide grandi, o gravi, siamo più inclini a chiuderci in noi stessi o a lamentarci che ad affrontare l’occasione di un cambiamento. Lamentarsi, per quanto naturale possa essere questo impulso, non è mai stata la giusta soluzione, anche se un lamento di sfogo può fare bene al sangue, al cuore e alla mente. Però abbiamo in noi anche la spinta a stare insieme agli altri esseri, in comunione, per sopravvivere. La compassione e la connessione non solo ci fanno sentire bene, ma trasformano anche le difficoltà in opportunità.
Paradossalmente, la vita assume maggior valore e significato quando il nostro mondo viene distrutto all’improvviso. Nel momento in cui siamo testimoni attivi e consapevoli di grandi sofferenze, siamo capaci di trascendere le nostre difficoltà, di mostrare genuina compassione. Così, quando ci sentiamo connessi con le sofferenze degli altri, le nostre Il valore Paradossalmente la nostra vita assume maggior valore e significato quando il nostro mondo viene distrutto all’improvviso
Il pensiero La mindfulness è un modo per instaurare una relazione più fruttuosa con il pensiero, ci aiuta a capire quanto questo è trattenuto personali sofferenze si alleggeriscono. Quando abbiamo voglia di vivere nella realtà, e condividerla con chi è al nostro fianco, diventiamo persone più forti, più felici, più resilienti.
Compassione e resilienza non sono, come possiamo immaginare, qualità umane rarefatte, disponibili solo ai ricercatori spirituali, né sono esperienze inconsuete che sorgono in noi in circostanze straordinarie. Queste qualità umane essenziali e universalmente apprezzate possono essere coltivate solidamente da chiunque sia disposto a prendersi il tempo per farlo. Possono diventare il modo in cui viviamo, attraverso la pratica della meditazione.
Oggi la globalità estesa anche al pensiero scientifico ha assottigliato il confine tra pensiero orientale e occidentale, soprattutto quando si tratta del benessere dell’essere umano.
È lì, dove si incontrano i due mondi, che possiamo trovare ciò che ci serve per cambiare il nostro sguardo, la nostra esistenza. Spesso la vita corre via troppo in fretta. Non c’è tempo di sperimentare quello che sta accadendo qui e ora, perché stiamo già riflettendo su ciò che dovremo fare domani o continuiamo a rimuginare sull’accaduto di ieri. Pensare è l’essenza dell’essere umano. La mindfulness è un modo per instaurare una relazione più fruttuosa con il pensiero, ci aiuta a capire quando questo è trattenuto inutilmente nel passato o quando vaga nel futuro. Ci permette di sapere dove ci troviamo nel momento presente, ma anche di essere consapevoli di dove siamo stati – la Riflessione – e di dove siamo diretti – la Creatività.
Pensiamo che i nostri modi di vedere e sentire timorosi, abituali ed egocentrici ci siano indispensabili per la sopravvivenza, per difenderci e per affrontare questo difficile mondo. Ma non è così. I condizionamenti mentali, i preconcetti, le chiusure sono solo un ostacolo a una vita migliore, a una creatività che si realizza nel quotidiano, dandoci in ogni momento la possibilità di trovare nuove soluzioni di fronte a nuovi problemi (...)