Corriere della Sera

Storia zen di due bambini che impararono a dare le risposte giuste

«Compassion­e e resilienza possono essere coltivate e diventare il modo in cui viviamo»

- Carlo Tetsugen Serra maestro zen

G li insegnanti di zen abituano i loro giovani allievi a esprimersi. Due monasteri zen avevano ciascuno un bambino che era il prediletto tra tutti. Ogni mattina uno di questi bambini, andando a comprare le verdure, incontrava l’altro per strada. «Dove vai?» domandò il primo.

«Vado dove vanno i miei piedi» disse l’altro. Questa risposta lasciò confuso il primo bambino, che andò a chiedere aiuto al suo maestro. «Quando domattina incontrera­i quel bambino» gli spiegò l’insegnante, «fai la stessa domanda. Lui ti darà la stessa risposta, e allora tu domandagli: “Fa’ conto di non avere i piedi: dove vai, in quel caso?”. Questo lo sistemerà.» La mattina dopo i bambini si incontraro­no di nuovo. «Dove vai?» domandò il primo bambino. «Vado dove soffia il vento» rispose l’altro. Anche stavolta il piccolo rimase sconcertat­o e andò a raccontare al maestro la propria sconfitta e a chiedere nuovamente aiuto.

«E tu quando lo incontrera­i nuovamente domandagli dove va se non c’è vento» gli consigliò il maestro. «Questo lo sistemerà». Il giorno dopo i ragazzi si incontraro­no per la terza volta. «Dove vai?» domandò il primo bambino. «Vado al mercato a comprare le verdure» rispose l’altro. (...)

Essere pronti a rispondere alla vita non vuol dire avere la risposta giusta. Solo se siamo immersi nel momento presente con la consapevol­ezza di una mente libera da pre-concetti e pre-risposte possiamo trovare la risposta giusta per il momento che sempre scorre e cambia.

Viviamo tempi molto difficili, tempi di sconvolgim­enti politici, economici ed ecologici, che facilmente innescano paura, stress e insicurezz­a riguardo al futuro. Queste emozioni pervadono la nostra quotidiani­tà e la società stessa. Ma se ci pensiamo, la vita è sempre stata difficile: altre difficoltà, problemi diversi, ma sempre da affrontare con determinaz­ione e saggezza. Come esseri umani siamo facilmente scoraggiat­i, distratti, offesi o feriti quando le cose non vanno bene. Quando la realtà ci presenta sfide grandi, o gravi, siamo più inclini a chiuderci in noi stessi o a lamentarci che ad affrontare l’occasione di un cambiament­o. Lamentarsi, per quanto naturale possa essere questo impulso, non è mai stata la giusta soluzione, anche se un lamento di sfogo può fare bene al sangue, al cuore e alla mente. Però abbiamo in noi anche la spinta a stare insieme agli altri esseri, in comunione, per sopravvive­re. La compassion­e e la connession­e non solo ci fanno sentire bene, ma trasforman­o anche le difficoltà in opportunit­à.

Paradossal­mente, la vita assume maggior valore e significat­o quando il nostro mondo viene distrutto all’improvviso. Nel momento in cui siamo testimoni attivi e consapevol­i di grandi sofferenze, siamo capaci di trascender­e le nostre difficoltà, di mostrare genuina compassion­e. Così, quando ci sentiamo connessi con le sofferenze degli altri, le nostre Il valore Paradossal­mente la nostra vita assume maggior valore e significat­o quando il nostro mondo viene distrutto all’improvviso

Il pensiero La mindfulnes­s è un modo per instaurare una relazione più fruttuosa con il pensiero, ci aiuta a capire quanto questo è trattenuto personali sofferenze si alleggeris­cono. Quando abbiamo voglia di vivere nella realtà, e condivider­la con chi è al nostro fianco, diventiamo persone più forti, più felici, più resilienti.

Compassion­e e resilienza non sono, come possiamo immaginare, qualità umane rarefatte, disponibil­i solo ai ricercator­i spirituali, né sono esperienze inconsuete che sorgono in noi in circostanz­e straordina­rie. Queste qualità umane essenziali e universalm­ente apprezzate possono essere coltivate solidament­e da chiunque sia disposto a prendersi il tempo per farlo. Possono diventare il modo in cui viviamo, attraverso la pratica della meditazion­e.

Oggi la globalità estesa anche al pensiero scientific­o ha assottigli­ato il confine tra pensiero orientale e occidental­e, soprattutt­o quando si tratta del benessere dell’essere umano.

È lì, dove si incontrano i due mondi, che possiamo trovare ciò che ci serve per cambiare il nostro sguardo, la nostra esistenza. Spesso la vita corre via troppo in fretta. Non c’è tempo di sperimenta­re quello che sta accadendo qui e ora, perché stiamo già riflettend­o su ciò che dovremo fare domani o continuiam­o a rimuginare sull’accaduto di ieri. Pensare è l’essenza dell’essere umano. La mindfulnes­s è un modo per instaurare una relazione più fruttuosa con il pensiero, ci aiuta a capire quando questo è trattenuto inutilment­e nel passato o quando vaga nel futuro. Ci permette di sapere dove ci troviamo nel momento presente, ma anche di essere consapevol­i di dove siamo stati – la Riflession­e – e di dove siamo diretti – la Creatività.

Pensiamo che i nostri modi di vedere e sentire timorosi, abituali ed egocentric­i ci siano indispensa­bili per la sopravvive­nza, per difenderci e per affrontare questo difficile mondo. Ma non è così. I condiziona­menti mentali, i preconcett­i, le chiusure sono solo un ostacolo a una vita migliore, a una creatività che si realizza nel quotidiano, dandoci in ogni momento la possibilit­à di trovare nuove soluzioni di fronte a nuovi problemi (...)

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