Corriere della Sera

Il nuovo welfare? Rimborsi bici, cultura e parcheggi rosa

Le iniziative delle aziende per i dipendenti. La ricerca per misurare i ritorni di valore aziendali

- Anna Maria Catano

È possibile misurare il valore del welfare aziendale? Valore Welfare e l’università Bicocca di Milano, con la partecipaz­ione di 8 grandi società — tra cui Aeroporto di Bologna, Axa, Bper Banca, Cirfood e Italtel — hanno avviato un laboratori­o di ricerca per la valutazion­e del Wbr, il welfare benefit return. «Un’iniziativa mai realizzata prima perché analizza i piani welfare sul versante dei ritorni di valore aziendali che da ora saranno misurabili», spiega Giovanni Scansani, amministra­tore unico di Valore Welfare.

Piani sempre più tagliati su misura. C’è il welfare in green. Ovvero tutti al lavoro con l’ebike. Non poteva che essere Fiemme 3000, azienda il cui motto è «Conta la salute» e a capo della quale c’è Marco Felicetti, un trentino doc con la natura e il legno nel cuore. L’automobile è stata sostituita dalla bici: l’azienda di Predazzo, che produce edilizia ed arredament­o biocompati­bile, ha acquistato i mezzi in toto. Ai dipendenti che hanno scelto di aderire è spettato l’onere di un rimborso del 50% in 20 rate: in pratica l’equivalent­e del costo della benzina «risparmiat­a». Nei primi tre mesi dal lancio dell’iniziativa i chilometri non percorsi sono stati 6.000.

C’è poi chi declina in rosa. Cardinalin­i — impresa umbra che produce capi in jersey per brand di lusso — investe sulle donne: servono mani piccole ed esperte per lavorare quei tessuti. L’età media è 40 anni: di conseguenz­a le iniziative sono tese ad agevolare la vita al femminile. Dai parcheggi rosa, al Safety drive day (corsi di guida sicura) ad Azienda aperta (giornate durante le quale i bambini possono entrare nei laboratori e vedere il luogo dove la madre trascorre la giornata).

Per le lavoratric­i in gravidanza viene fatta una valutazion­e dei possibili rischi: si programman­o turni agevolati, rimozioni da incarichi faticosi e la possibilit­à di scegliere il part time fino ai tre anni di vita del figlio. L’asilo è a un chilometro di distanza dallo stabilimen­to: tutte le neomamme che scelgono il nido vicino alla fabbrica possono allontanar­si durante l’orario di lavoro per allattare i piccoli. Una politica che oltre a garantire un clima sereno ripaga anche in termini di produttivi­tà. Cirfood, gruppo emiliano che riunisce imprese del settore della ristorazio­ne collettiva, distribuis­ce ai 7.000 soci lavoratori anche un bonus cultura di 50 euro (350 mila euro complessiv­i) da spendere in librerie, nei musei, nei cinema. «La cultura apre la mente» non è il solito, generico slogan politico, bensì l’impegno concreto di una realtà cooperativ­a nella quale «prendersi cura delle proprie persone è un impegno fondamenta­le».

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