Alle radici di un fenomeno: raccontare il ’77 Storia In un volume a più voci pubblicato da Viella l’analisi del movimento studentesco e delle sue mutazioni
Il giovane è solo in mezzo alla strada. Curvo in avanti, con le braccia protese e le mani che stringono la P38 di fronte ai suoi occhi mentre spara contro i «celerini».
Era il 14 maggio 1977 in via De Amicis a Milano. La foto in bianco e nero è nota, divenne subito l’emblema, la sintesi grafica di come il movimento della protesta giovanile si era modificato nove anni dopo la sua esplosione nel 1968. Umberto Eco pochi giorni dopo sull’«espresso» commentò che quell’immagine non aveva nulla a che fare con l’idea di rivoluzione: «Mancava l’elemento collettivo, vi tornava in modo traumatico la figura dell’eroe individuale». E questo eroe non poteva venire paragonato a un Che morente, non una vittima, ma appariva piuttosto un cowboy solitario, un poliziotto americano, «non più caro ad una generazione che si vuole di indiani».
La stessa foto è una delle pochissime ripubblicate ne Il movimento del ’77. Radici, snodi, luoghi (una raccolta di saggi di autori vari, a cura di Monica Galfré e Simone Neri Serneri, pubblicata da Viella libreria editrice). Riassume tutt’ora benissimo l’enorme salto di valori, slogan, messaggi politici.
Ce li ricordiamo quegli anni? Chi allora era studente, o comunque in grado di capire cosa gli stava attorno, ha consapevolezza di quanto fossero violenti e crudi? Servono libri come questo per rammentarcelo. Non un «fratello minore del Sessantotto» e non lo sviluppo coerente del grande fenomeno delle contestazioni giovanili esplose dall’america del Vietnam alle piazze europee nella seconda metà degli anni Sessanta, ma piuttosto un fenomeno tutto italiano incubatore degli anni di piombo, della lotta armata e delle Brigate Rosse. Dagli Autonomi a Radio Alice, dagli «espropri proletari» all’ «autoriduz ione» inno me delle «teorie dei bisogni», per cui era giusto e anzi un dovere «volere tutto».
Uno sfogo di violenze irrazionali che aiutano a comprendere la pochezza arida e il «ritiro al privato» caratterizzanti poi l’era del «riflusso».
Definizioni
Fu un fatto tutto italiano e con caratteri propri, non un «fratello minore» del ’68