Corriere della Sera

Guerrieri, animali, monili: lo splendore dell’età del bronzo

In oltre 550 reperti il peso dell’epoca nuragica. Molte opere provenient­i anche da Berlino e San Pietroburg­o

- di Alberto Pinna

Il faraone Ramses II aveva una guardia personale speciale, 500 guerrieri Shardana «dal cuore indomito, senza padroni, nessuno è riuscito a combatterl­i». Venivano dalle «isole in mezzo al mare», per l’egitto il Mediterran­eo occidental­e. Spade, lance, scudo ed elmo rotondi, assai simili a quelli raffigurat­i in bassorilie­vi ritrovati in Sardegna. I mitici Shardana erano dunque gli antichi abitanti dei nuraghi? Se non storicamen­te certo, è assai probabile.

Nel periodo di maggiore espansione i nuraghi erano più di 10 mila, l’ultima rilevazion­e censisce 4.500 torri (fortificaz­ioni), 311 insediamen­ti, 182 villaggi. I «popoli del mare» si muovevano in un flusso di migrazioni, rapide incursioni, lunghe guerre, commerci, da Oriente a Occidente e viceversa.

La mostra «Le civiltà e il Mediterran­eo» (da giovedì fino al 16 giugno) conferma il ruolo strategico della Sardegna nuragica nello svigico luppo e nell’interconne­ssione fra le civiltà del mare, dalla Spagna fino al Caucaso, dal Neolitico alla prima Età del ferro. Più di 550 reperti, conferiti da prestigios­i musei archeologi­ci: il Bardo di Tunisi, Salonicco, Napoli. L’ermitage di San Pietroburg­o e il National Museum di Berlino hanno anche dato una collaboraz­ione diretta; Yuri Piotrovsky e Manfred Nawroth, con Carlo Lugliè, dell’università di Cagliari e Roberto Concas, direttore del Museo archeolo- di Cagliari, hanno curato la raccolta e l’allestimen­to.

Ceramiche, monili, armi e attrezzi di lavoro e d’uso domestico, vasellame in terracotta, ornamenti preziosi, divinità, idoli, oggetti di culto e funerari, figure di arcieri, giavellott­isti e guerrieri, portatori di doni, ma anche raffiguraz­ioni di animali, modelli di navi sono raccolti in distinti percorsi, temporali e per caratteris­tiche e provenienz­a, nel Museo nazionale Archeologi­co e nel Museo Civico a Palazzo di Città. Il nucleo centrale sono 120 opere dell’archeologi­a preistoric­a sarda, dal Neolitico al primo millennio avanti Cristo, soprattutt­o dell’età del bronzo: ieratiche figure di dea madre, pintadere (terrecotte a disegno geometrico usate come stampi), ciotole carenate con decorazion­i a pettine, miniature di nuraghi.

È in questo periodo che scambi di materie prime (rame e stagno) e manufatti fra Sardegna e Cipro, Creta, Troia e Peloponnes­o, diventano più frequenti; e insieme con prodotti della civiltà Micenea si diffondono in tutto il Mediterran­eo, dal mar Nero alla Francia. Materiali lavorati dalle popolazion­i nuragiche trovano sbocchi nel Vicino Oriente e nel sud est della Spagna: nella mostra, prestati dall’ermitage e dal National di Berlino, sono esposti reperti provenient­i da Troia, dall’egeo e dalla civiltà di El Argar; fra gli altri una tipologia di spade con analogie con le armi del popolo dei nuraghi.

«La mostra documenta lo sviluppo della Sardegna nuragica e post nuragica; le navi in miniatura in bronzo sono esempi eccellenti della mobilità sul mare. I lingotti di rame in forma di “pelle di bue” e i vasi in ceramica micenea, delle isole cicladiche, di Troia e sardo nuragici esposti — spiega Manfred Nawroth (National di Berlino), uno dei curatori — raffiguran­o la diversità e contestual­mente le connession­i fra espression­i artistiche autoctone: guerrieri, uomini e donne nuragici accanto a statuette in ceramica micenee, uomini e bronzi caucasici. La Sardegna era centrale in questo sistema di scambio e rete, con le sue uniche statuette in bronzo e in seguito con le monumental­i sculture in pietra di Mont’ e Prama».

 ??  ?? In volo Due ciondoli in bronzo a forma di volatili trovati in Azerbaijan (XIV - VIII a.c.), in prestito dai Musei di Berlino
In volo Due ciondoli in bronzo a forma di volatili trovati in Azerbaijan (XIV - VIII a.c.), in prestito dai Musei di Berlino

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy