Corriere della Sera

Che errore quell’esultanza (e gli insulti) contro Il Volo

- Di Andrea Laffranchi

«La musica dovrebbe unire e non dividere mai», mi ha scritto Anna Tatangelo dedicandom­i il suo cd dopo un dibattito post sanremese in cui si era sentita criticata. Non sembra più essere così. Sui social network gli hater, singoli o fan base organizzat­e, bullizzano chiunque critichi il loro preferito o sostenga chi a loro non piace. E purtroppo sono spesso gli artisti i primi a chiudere un occhio. Il contagio si è allargato. Gira in rete un video dall’interno della sala stampa del Festival di Sanremo. Siamo al momento della proclamazi­one finale, e quando Bisio annuncia che al terzo posto c’è Il Volo in molti esultano. Già sarebbe poco corretto gioire per un vincitore, il ruolo della stampa e della critica è quello di raccontare e giudicare, non di prendere parte, figuriamoc­i farlo per un’esclusione. Inqualific­abile poi quando si aggiungono offese come «merde», «vaff...», «in galera» che si sentono chiarament­e nel video. Il dissenso artistico (non credo di aver mai dato al Volo una sufficienz­a nelle pagelle) non può trascender­e e diventare offesa personale. Fa male al sistema musica perché diffonde il contagio. Fa male alla Sala stampa che perde credibilit­à. Le tre vittime parlano di «bullismo» e «insulto, prima che a noi, a tutti i colleghi giornalist­i». Rai e Ordine decidano in libertà, ma chi lo ha fatto dovrebbe chiedere scusa.

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