Corriere della Sera

È il fattore «S» Solskjaer e Solari adesso sognano il colpo alla Zidane

- Paolo Tomaselli

Hanno preso in mano due pupazzi sgonfi coi colori del Real Madrid e del Manchester United e li hanno riempiti di aria nuova. Adesso sono pronti a rimetterli al centro della Champions per svolgere l’antica missione: far paura agli avversari. Santiago Solari e Ole Gunnar Solskjaer sono gli ex campioni cresciuti in casa, chiamati a risollevar­e due situazioni che sembravano compromess­e. E ci stanno riuscendo alla grande. Proprio come un certo Zinedine Zidane nel gennaio del 2016. La strada per vincere al primo tentativo in Europa ovviamente è ancora molto lunga, soprattutt­o per lo United, che negli ultimi cinque anni non ha mai messo piede nemmeno ai quarti di finale. Eppure l’«assassino con la faccia da bambino», che regalò ai Diavoli Rossi la Champions del 1999 in rimonta sul Bayern, ha preso un ritmo folle dal suo arrivo meno di due mesi fa: 10 vittorie e un pareggio, Pogba rinato (8 gol e 5 assist), così come Rashford. Al momento del sorteggio, United-psg era considerat­o un ottavo a senso unico. Solskjaer ha ridato al Manchester quello che gli aveva tolto Mourinho: la fiducia nel suo stile di gioco, all’attacco, senza paura e anche senza perdere solidità difensiva. Pogba, il simbolo della rinascita come prima lo era del fallimento, è tornato a giocare venti metri più avanti: con Mou era diventato una comparsa in un brutto film, mentre in dieci partite col tecnico norvegese ha fatto 8 gol e 5 assist. «Sono felice e mi diverto» dice Paul. E quando una squadra felice ne incontra una infelice come il Psg di Mbappé e Buffon — che ha perso Neymar e pure Cavani per infortunio — tutto può succedere. Santiago Solari non ha la stessa urgenza di Solskjaer di misurarsi contro un grande avversario, perché il suo Real domani è comunque favorito contro l’ajax. Ma il punto è un altro: tutti davano per esaurito il ciclo formidabil­e dell’unica squadra che ha vinto tre Champions di fila (nessuno ne ha conquistat­e nemmeno due consecutiv­e, se è per questo) rimasta orfana di Zidane e Ronaldo. E invece potrebbe non essere così. Solari ha preso il Real — lasciato a pezzi da Lopetegui — nono in classifica e sabato con la vittoria nel derby con l’atletico è tornato al secondo posto, a cinque punti dal Barcellona. Ha preso delle decisioni che gli sono valse il rispetto della squadra, come quella di tenere fuori Marcelo quando non è al top, dimostrand­o che gioca solo chi sta meglio. Ha lanciato Vinicius Junior, classe 2000, (in campo 12’ con Lopetegui.) e ha ricevuto in cambio 8 gol e 11 assist. Ha ridato centralità ad Antonio Pintus, il «sergente» italiano della preparazio­ne atletica di Zizou. «Arriveremo a febbraio come aerei...» è stata la promessa di Solari a Florentino Perez. Chi pensava di essersi liberato del Real farà meglio a guardare in alto.

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(Getty Images, Epa) Inesperti Solskjaer, 45 anni, e Solari, 42

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