Corriere della Sera

«La Roma sa come comportars­i»

«Pronti per il Porto e la Champions». Conceiçao «provoca» Totti

- Roma, ore 21 Luca Valdiserri

Un leader a 360 gradi. Daniele De Rossi domina la vigilia di Roma-porto, andata degli ottavi di Champions League, in programma stasera allo stadio Olimpico. Fino a Roma-milan, poco più di una settimana fa, nessuno aveva idea del suo futuro. Nemmeno lo stesso DDR. Colpa di un’infiammazi­one alla cartilagin­e del ginocchio destro che ne metteva in forse la carriera. I pensieri più bui sembrano lontani, anche se il capitano gialloross­o è il primo a chiedere «un giusto minutaggio» per la gestione dei suoi 35 anni di partite e battaglie.

Con il Porto ha un conto aperto. Nella gara di ritorno del preliminar­e di Champions 2017 si fece espellere dopo 39 minuti e lasciò soli i compagni, che andarono incontro a una disfatta: 0-3 con la squadra che finì in 9 per il rosso estratto dall’arbitro polacco Marciniak anche per Emerson Palmieri.

Ma il passato non deve influenzar­e il presente, che è l’unica cosa che conta davvero: «L’esperienza è sempre un valore aggiunto. Ci fa arrivare un po’ più pronti a partite delicate. Lo abbiamo detto tante volte, quando giocavamo contro Real Madrid, Barcellona o Liverpool, che loro erano più abituati di noi. Il Porto ha tanta esperienza, ma anche noi ne abbiamo di più rispetto al passato. Però questo è un altro torneo, non possiamo attaccarci alla semifinale dell’anno scorso e dobbiamo innanzitut­to pensare a preparare bene questa gara».

La leadership di De Rossi si vede anche nell’appello alla curva Sud perché si possa ricomporre la frattura tra gli ultrà e Kolarov: «Sarei la persona più felice del mondo, perché mi sento un po’ in mezzo: voglio bene ai tifosi, che meritano rispetto, ma Alex lo considero un fratello. Quello che posso dire ai tifosi, visto che si sono sempre fidati di me, è di continuare a farlo quando dico che è un grande profession­ista. Non sto dicendo che è romanista dalla nascita, ma è uno che dà sempre tutto e non salta un allenament­o. Io preferisco quelli così a quelli che baciano la maglia e poi si fermano al primo dolorino o fanno la bocca storta se il mister gli chiede di giocare in un altro ruolo».

La Champions è la miglior occasione per mettere nel dimenticat­oio, almeno per una sera, l’umiliante 7-1 subito in Coppa Italia contro la Fiorentina, scintilla della contestazi­one alla squadra. L’olimpico non sarà pieno, ma 50.000 spettatori non sono pochi e il clima sugli spalti sarà importante.

La Roma è stata eliminata due volte su due dal Porto (Coppa delle Coppe 1982 e preliminar­e di Champions 2017). Il tecnico Sergio Conceiçao, ex laziale, ha acceso la miccia alla vigilia: «A Totti sto antipatico perché in questo stadio ho vinto tanto».

Verrà confermato il 4-3-3, ballottagg­i tra Florenzi e Karsdorp e Cristante e Nzonzi. In porta è quasi impossibil­e il recupero di Olsen: ci sarà Mirante. Il passaggio ai quarti di finale vale 10,5 milioni di euro come premio Uefa, più l’incasso della gara casalinga del prossimo turno. Soldi che fanno comodo. La Champions è una miniera d’oro e, proprio per questo, è fondamenta­le arrivare quarti in campionato. Ma per una notte si penserà solo all’europa.

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