Tav e Reddito, governo spaccato
Politica Costi-benefici, bocciata la Torino-lione. Emendamenti del Carroccio contro il sussidio, l’ira del M5S Strasburgo, attacco a Conte: burattino di Salvini e Di Maio. Il capo della Lega: vergognoso
Maggioranza sempre più divisa su Tav e Reddito di cittadinanza. Gli emendamenti della Lega contro il sussidio scatenano l’ira del Movimento Cinque Stelle. Il dossier sul rapporto costi-benefici boccia la Torino-lione. Dall’europa un attacco al premier Conte: è un burattino di Salvini e Di Maio. «Vergognoso» commenta il leader leghista.
ROMA Nessuna sorpresa dalla relazione finale sull’analisi costi-benefici, commissionata mesi fa dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5S), che declassa l’alta velocità ferroviaria Torino-lione a opera inutile, dalla «redditività impalpabile», troppo costosa al punto da «produrre perdite per 7 miliardi di euro». Il documento della commissione presieduta dal professor Marco Ponti — non firmato dall’ingegner Pierluigi Coppola, che ha preparato un’analisi alternativa — annovera tra i «costi» della Tav, dovuti al trasferimento delle merci dalla gomma al ferro, anche il mancato incasso per le accise sul gasolio dei Tir (1,3 miliardi) e per il mancato pagamento dei pedaggi (3 miliardi). I «costi di scioglimento» in caso di blocco dei cantieri, vengono indicati come «indefinibili».
Il ministro Toninelli ha subito concluso che «l’analisi è impietosa anche se, ora, a decidere sarà il governo nella sua collegialità». E così — al termine di una giornata rovente in cui la tesi No Tav dei
Le cifre sono state gonfiate È una farsa che corre il rischio di diventare una truffa Paolo Foietta
grillini è stata condivisa soltanto da Nicola Fratoianni di Leu e osteggiata da quasi tutti i gruppi parlamentari, da Confindustria e dai sindacati — il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha provato a nascondere il fortissimo imbarazzo della Lega, favorevole all’opera: «La Tav è un progetto le cui valutazioni risalgono a 25 anni fa ma questo governo ha ritenuto di riaggiornare tali valutazioni. Ci assumeremo le nostre responsabilità».
Il vicepremier Luigi Di Maio ha disertato il vertice a Palazzo Chigi con Conte, Salvini, Fraccaro e Giorgetti in cui si è parlato, oltre che del Venezuela, anche di Tav. «Non ho ancora letto l’analisi», si è schermito Salvini, ma dal M5S gli è subito arrivata una stilettata: «Vuol dire che gli facciamo un disegnino», ha azzardato Roberta Lombardi. In serata, la controreplica di Salvini: «Leggerò tutte le carte perché ho il rispetto del lavoro di tutti, ma io resto della mia idea». Sulla stessa linea si era espresso il capogruppo Riccardo Molinari: «È un’analisi come molte altre, non è il Vangelo. Non ritengo un’ipotesi percorribile la non realizzazione della Tav. Se non ci sarà accordo la parola passa ai cittadini». E sul referendum spinge forte Silvja Manzi, segretaria dei radicali italiani. Nella Lega però cresce il malumore: «A me — spiega il sottosegretario alla Infrastrutture Armando Siri — l’analisi Toninelli non l’ha data».
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, mette sul tavolo del governo un solo dato: «50 mila posti di lavoro». In sintonia con Cgil-cisl e Uil che inviano a Palazzo Chigi le immagini dei 200 mila di piazza San Giovanni: «Vanno garantiti gli investimenti già fatti». Mentre i francesi del Comité transalpine Lyon-turin parlano di «analisi straordinariamente di parte». Il Pd si schiera a favore dell’opera: «Salvini dia un’indicazione chiara ai suoi yesmen», suggerisce Silvia Fregolent. Forza Italia spinge per l’apertura dei cantieri e Licia Ronzulli parla di «analisi concentrato di bugie e malafede». Chiude il cerchio Giorgia Meloni: «Una buffonata!». Oggi il professor Ponti verrà audito in commissione Trasporti alla Camera: «Sono contento, credo di aver fatto un buon lavoro...», sarà il suo incipit.
Il governo pensi al lavoro L’apertura dei cantieri a regime determina 50.000 posti Vincenzo Boccia
I contrasti
Salvini spiega: non ho ancora letto il dossier E Lombardi replica: gli facciamo un disegnino