«Fare gli anti élite non è da leader»
L’accusa: burattino. La replica: offeso il popolo italiano. Salvini: insulti vergognosi
«V incere le elezioni come movimento anti élite è facile: governare è un’altra cosa»: il presidente degli eurodeputati, Manfred Weber è duro nei confronti del premier Conte. «Non riuscite neppure a mettervi d’accordo fra di voi su un progetto concordato con la Francia e già avviato» come la Tav.
«Vergogna, chiamate Macron e fate anche a lui lo stesso processo». L’eurodeputata Alessandra Mussolini ha dovuto urlare per far sentire questa sua protesta nell’europarlamento di Strasburgo quando era in corso l’attacco degli eurosocialisti di S&D, europopolari del Ppe ed euroliberali dell’alde contro il premier Giuseppe Conte, invitato in aula per uno degli in genere soporiferi dibattiti con i capi di governo sul futuro dell’europa. E poi diventato bersaglio in quanto simbolo del principale governo sovranista-populista dell’ue.
«Lo scontro vivace e aspro è il sale della politica» ha commentato pacato Conte, riferendosi agli interventi molto duri, ma con termini corretti, iniziati dai presidenti dei popolari e dei socialisti, i tedeschi Manfred Weber e Udo Bullmann. Ma al leader belga degli euroliberali Guy Verhofstadt, che lo ha definito «burattino mosso da Di Maio e Salvini», e agli altri eurodeputati andati oltre, ha lanciato irritato l’accusa di «offendere l’intero popolo che rappresento». Ha poi precisato che «i burattini sono quelli al servizio di lobby, gruppi di potere e comitati d’affari», riferendosi verosimilmente agli introiti notoriamente ingenti di Verhofstadt per sue attività extra nel settore privato. Il presidente dell’europarlamento Antonio Tajani, leader di Forza Italia e quindi oppositore del governo M5s-lega, è dovuto intervenire più volte con richiami quando alcuni eurodeputati passavano agli insulti.
Conte, nel suo intervento, ha criticato la mancanza di «solidarietà» dei Paesi membri, che hanno «lasciato sola l’italia» ad affrontare il problema dei migranti. «La politica europea, di fronte a una crisi economica senza precedenti, si è ritratta impaurita al di qua della fredda grammatica delle procedure, finendo col perdere progressivamente il contatto con il suo popolo — ha affermato —. E rendendo sempre più incolmabile la distanza tra Bruxelles e le tante periferie del Continente». Ha aggiunto che «la governance europea ha sostenuto politiche di rigore, tese esclusivamente a contenere i debiti sovrani entro precisi parametri e a mantenere il tasso di inflazione della moneta comune quanto più possibile contenuto, anche a fronte di una fortissima contrazione dei consumi, con effetti devastanti sul piano sociale». L’UE l’ha definita «distante e oligarchica, incapace di comprendere i reali bisogni della collettività», mentre il «popolo europeo chiede con urgenza di essere finalmente ascoltato». Per Conte «il processo di distacco fra governanti e governati, se alimentato, può portare all’implosione». Gli eurodeputati del M5S e della Lega, insieme ad altri dei loro gruppi sovranisti-populisti, lo hanno appoggiato, replicando a tono quando — soprattutto dai banchi del Pd — hanno scatenato la rissa verbale in un’aula pur con ampi vuoti in tutti i settori. «Il governo Lega-5 Stelle durerà a lungo — ha detto la capogruppo degli eurodeputati leghisti Mara Bizzotto — perché dobbiamo difendere la libertà e la sovranità del popolo italiano dalle nomenclature e dai boiardi di Bruxelles». Dall’italia Salvini ha commentato «che alcuni burocrati europei, complici del disastro di questi anni, si permettano di insultare presidente del Consiglio, governo e Popolo italiano è davvero vergognoso: preparate gli scatoloni, il 26 maggio i cittadini vi manderanno a casa».