Elogio del silenzio Così non ti odiano
Montalbano? Meglio starsene in silenzio. Se dici che l’hai visto rischi di passare per buonista. E lo stesso se esprimi un parere sul vincitore di Sanremo. L’elogio del silenzio mette invece al riparo dalle bande di odiatori che non concepiscono un giudizio disinteressato.
Meglio starsene in silenzio, schivare le domande insidiose. Tacere. Eludere con eleganza la questione se ti chiedono: «Hai visto Montalbano ieri sera?». Se dici sì, come la maggiorana silenziosissima che lo ha premiato con un clamoroso 45 per cento, finisce, come è accaduto, che ti accusano di incoraggiare l’immigrazione selvaggia, di essere un buonista, un nemico di Salvini, un sabotatore della Nazione. Meglio stare zitti, fischiettare, evitare la trappola dell’opinione azzardata e spericolata, tipo «che bel romanzo che ho letto», «che film noioso che ho visto». Parlare d’altro, piuttosto, soffermarsi su argomenti neutri come le condizioni meteo previste per il weekend. Anzi no: perché qualunque cosa tu dica, che faccia freddo o faccia caldo, come minimo passerai per un negazionista del climate change, per un complice del riscaldamento del pianeta.
Nell’era della rissa, si scatena la rissa per un nonnulla. Accenna a un libro, a una canzone, a un programma televisivo e finirai per combattere una forma estrema di wrestling senza regole. Uscire da Twitter, sottrarsi alla rissa, ecco la soluzione: far finta di niente, come in una pratica zen. La banda dei picchiatori ti aspetta al varco: se stai con Montalbano sei contro la sovranità nazionale. Davvero? Davvero. Ti è piaciuto il vincitore di Sanremo? Sei un seguace del conformismo multiculturalista. Non ti è piaciuto il ritmo della sua canzone? Sei un razzista, un sovranista, un salvinista della prima ora. E allora, taci, l’odiatore ti ascolta. Accennare a un libro che ti è piaciuto potrebbe gettarti nell’inferno della reputazione distrutta. Dici che è bello l’ultimo romanzo di Houellebecq? Eccoti additato come il sessista, portatore d’acqua dei gilet gialli. Già scaldano i motori per prepararsi a sparare sentenze sul primo che dirà cose positive sulla «Paranza dei bambini», il film tratto dal libro di Roberto Saviano: come minimo sarai il solito antileghista in servizio permanente. Bisogna stare zitti, anche se pure il silenzio viene considerato un peccato: perché Baglioni non ha scatenato la guerra santa sui migranti durante il festival di Sanremo? Vigliacco, declama una parte del tribunale del popolo. Bravo, risponde la parte opposta. La rissa interminabile conosce un nuovo capitolo, ogni volta più basso.
L’elogio del silenzio mette invece al riparo dalle bande di odiatori che non concepiscono un giudizio disinteressato. Non viene risparmiata nessuna sfera dell’esistenza non politica, costretta a forza negli schemi della politicizzazione integrale. Dici di aver vaccinato tuo figlio? Ecco partire l’accusa di servilismo nei confronti delle case farmaceutiche. Mangi un pollo? Sei complice dei crimini commessi dai sadici degli allevamenti intensivi dove gli animali sono maltrattati. La discussione politica si accende quanto più si esce dai binari della politica tradizionale: non si è mai vista tanta gente furiosa, indignata, inferocita quanto quella che si è presa a colpi di accetta mediatica sulla nomina di Lino Banfi a commissario italiano Unesco. A favore: populista. Contro: elitario. Si esce dal cinema senza dire una parola per non incorrere nell’ira di qualche fanatico, trasversalmente distribuito negli schieramenti politicoantropologici che hanno conquistato tutt’intero il campo dell’opinionismo forsennato. Neanche il commissario Montalbano, ti lasciano vedere in pace. Oppure sì, ma solo restando nella maggioranza silenziosa e lasciando che si scannino gli altri. Astenersi. Astenersi in una nicchia di non partecipazione alla rissa. E infatti sempre più italiani si astengono. Lasciando gli urlatori al loro triste destino.
Accuse opposte
O sei un seguace del conformismo multiculturalista oppure un sovranista
Tutto è politicizzato
Da questo wrestling ideologico non viene risparmiata nessuna sfera dell’esistenza