Giallo su Di Maio «sparito» Ma il leader prepara il braccio di ferro con l’alleato
Grillo e la batosta abruzzese: sto prendendo il Maalox
I dossier sul tavolo del governo rimangono aperti. Tav, Bankitalia, Inps sono i nodi che l’esecutivo si prepara ad affrontare nei prossimi giorni. In Parlamento il clima resta teso, complici anche alcuni emendamenti che la Lega ha presentato o intende presentare sul reddito di cittadinanza e sull’acqua pubblica, progetti cari ai Cinque Stelle. «Il braccio di ferro non ci spaventa», dicono i pentastellati di peso.
Ma il giallo della giornata è il silenzio prolungato di Luigi Di Maio, assente al vertice mattutino di Palazzo Chigi e — a parte il commento sul voto abruzzese al Corriere — fuori dai radar del battage politico, social network inclusi. Il leader, secondo le indiscrezioni, avrebbe scelto di prendersi una parentesi di quarantotto ore (oggi dovrebbe tornare sulla ribalta politica) per analizzare la sconfitta con i fedelissimi e punti di riferimento come Beppe Grillo e Davide Casaleggio, scegliere una strategia sia in chiave governativa che interna e, probabilmente, lanciare la sua idea di ristrutturazione del Movimento. Con un mantra trasmesso ai suoi: «Andare avanti». La convinzione è che i pentastellati, ora più che mai, non si possano permettere arretramenti pericolosi sui loro cavalli di battaglia.
Ma la sconfitta alle Regionali