Commissario «sfrattato» Lui: cose da Sudamerica Ma il lavoro andrà avanti
Lettera di cessazione ai collaboratori del suo ufficio Foietta: «Un fatto gravissimo, non ne sapevo nulla»
TORINO Il governo «licenzia» il commissario Paolo Foietta, ma lui tira dritto e si accasa in Piemonte. Ieri mattina l’esecutivo ha inviato le lettere di cessazione di collaborazione ai 6 tecnici dell’osservatorio per l’asse Ferroviario Torinolione, invitandoli a tornare a prestare servizio nelle pubbliche amministrazioni da cui provenivano. Due andranno a Roma e quattro rimarranno a Torino.
«Un atto gravissimo, di pura maleducazione istituzionale — ha commentato ieri mattina a caldo Foietta —. Neanche in Venezuela succedono cose del genere. Io non ho ricevuto alcuna comunicazione. Sono stati avvertiti solo i dipendenti. Che venerdì dovranno sloggiare».
Ieri infatti il personale si è affrettato a sgomberare gli uffici dell’osservatorio che a Torino aveva casa in via Sacchi, vicino alla stazione di Porta Nuova. La missiva è stata spedita ai 6 dipendenti all’insaputa di Foietta, caduto dalle nuvole. L’ennesimo sgarbo ai danni del commissario, che da mesi, per la precisione dal cambio a Palazzo Chigi, chiede di incontrare il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e gli altri membri dell’esecutivo con un solo scopo: illustrare l’avanzamento dei lavori della Torino-lione e mostrare loro tutti i numeri dell’opera.
Il commissario però non ci
I sei dipendenti pubblici dell’osservatorio nato nel 2006 richiamati alle sedi di provenienza
«La Regione mi ha chiesto di trovare un modo per proseguire, c’è chi offre una sede»
sta e ha scelto di portare avanti l’esperienza accogliendo le richieste dei suoi collaboratori, della Regione e delle 33 associazioni datoriali che alimentano il movimento Sì Tav. Proprio Chiamparino a gennaio aveva espresso la volontà di dare continuità all’esperienza di Foietta: «Se malauguratamente il governo dovesse chiudere l’osservatorio sulla Torino-lione, ponendo fine ad uno strumento che è stato decisivo per accompagnare la realizzazione dell’opera con tutti i cambiamenti progettuali e finanziari che ha avuto — aveva affermato il governatore pubblicamente —, la Regione darà vita con propria iniziativa ad un ossercreto vatorio regionale». Foietta dunque avrà una nuova casa.
L’altro ieri l’ultima riunione dell’osservatorio. «Ci siamo visti lunedì scorso — ha confermato il commissario — e abbiamo chiuso l’incontro con una decisione collegiale, quella di non farlo morire, anzi sia i collaboratori che i 21 sindaci, la Regione e la Città metropolitana, mi hanno chiesto di trovare un altro modo di andare avanti. C’è anche chi ha già dato la disponibilità di una sede per accasarci».
La lettera dell’esecutivo ha sciolto l’osservatorio nominato con un decreto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nell’agosto 2006 e confermato fino al de- di Sergio Mattarella a dicembre 2017. Il mandato di Foietta era scaduto il 31 dicembre scorso, ma una legge del ’94 ne prevedeva la prorogatio per altri 45 giorni. «Non ho mai avuto una risposta dal governo, gli unici a riceverla sono stati i miei collaboratori, per dirgli di tornare da dove son venuti. Chi ha lavorato 12 anni come segretario tecnico forse merita più rispetto».
«Mi dispiace solo che il governo abbia fatto questa scelta, ma mi è stato chiesto di continuare questa esperienza e lo farò, soprattutto perché in questa fase girano documenti e numeri falsi».