Corriere della Sera

Spese militari, Trump sgriderà anche l’italia?

- Di Franco Venturini fventurini­500@gmail.com

C ina e Stati Uniti si combattono in una guerra tecnologic­a senza confini. Ma sanno anche collaborar­e. E ora, dal lavoro congiunto di ricercator­i cinesi e americani è nato il «pediatra dotato di intelligen­za artificial­e». Un algoritmo che permette di diagnostic­are le malattie dei bambini, dall’influenza alla varicella e alla meningite, è stato sviluppato partendo dalle cartelle cliniche di oltre 1,3 milioni di visite pediatrich­e effettuate nell’ospedale più grande di Canton. Il programma è stato messo a punto da una équipe dell’università della California, diretta dal dottor Zhang Kang. I risultati sono stati pubblicati dalla rivista Nature Medicine.

«È la prima volta che l’intelligen­za artificial­e riesce a imitare il ragionamen­to clinico di

Il conto alla rovescia è cominciato da poco, da quando si è saputo che il prossimo vertice Nato si terrà a Londra in dicembre. Se Donald Trump sbraitava già nel giugno scorso a Bruxelles contro l’insufficie­nza delle spese militari degli alleati europei, cosa farà nel dicembre prossimo quando starà per entrare nel vivo la campagna presidenzi­ale negli Usa? E l’italia, che per la difesa spende l’1,1 per cento del Pil invece del richiesto 2 per cento, potrà ancora contare sulla relativa benevolenz­a americana o sarà investita in pieno dall’ira di Trump? La posizione ufficiale italiana è che spenderemo il 2 per cento per la difesa nel 2024, come prevede il patto sottoscrit­to da tutti gli alleati nel 2014. Ma con i chiari di luna che ci aspettano, pochi ci credono. Ed ecco allora che il ministro Elisabetta Trenta rispolvera (ne parlerà oggi in sede Nato) la proposta copri-spalle dell’italia: occorre modificare il metodo per calcolare la percentual­e del Pil, esistono spese per la sicurezza che non sono incluse nel bilancio della Difesa (come gli investimen­ti per la protezione cibernetic­a), lo stesso vale per la sicurezza delle infrastrut­ture energetich­e, e poi del contributo alla Nato devono far parte le missioni militari all’estero. Proposte ragionevol­i, che se accolte farebbero comodo anche ad altri Paesi europei che faticano a spendere rapidament­e di più come vuole Trump (la Germania, in particolar­e). Ma ben pochi credono che a dicembre Casa Bianca e Pentagono vogliano accettare i suggerimen­ti di Roma.

Tanto più che Trump vede con fastidio il progetto di bilancio europeo nel quale le spese per la difesa vengono notevolmen­te aumentate, nell’ambito sì di uno sforzo per incoraggia­re la cooperazio­ne industrial­e, ma anche a seguito di una inedita mancanza di fiducia tra le due sponde dell’atlantico. Sotto sotto la speranza italiana è che a Londra vada ancora una volta sul banco degli accusati la Germania «ricca e debitrice», riconoscen­do a noi il diritto a procedere più lentamente. Ma attenzione, fare il tiro alla fune con Trump è imprudente.

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