Spese militari, Trump sgriderà anche l’italia?
C ina e Stati Uniti si combattono in una guerra tecnologica senza confini. Ma sanno anche collaborare. E ora, dal lavoro congiunto di ricercatori cinesi e americani è nato il «pediatra dotato di intelligenza artificiale». Un algoritmo che permette di diagnosticare le malattie dei bambini, dall’influenza alla varicella e alla meningite, è stato sviluppato partendo dalle cartelle cliniche di oltre 1,3 milioni di visite pediatriche effettuate nell’ospedale più grande di Canton. Il programma è stato messo a punto da una équipe dell’università della California, diretta dal dottor Zhang Kang. I risultati sono stati pubblicati dalla rivista Nature Medicine.
«È la prima volta che l’intelligenza artificiale riesce a imitare il ragionamento clinico di
Il conto alla rovescia è cominciato da poco, da quando si è saputo che il prossimo vertice Nato si terrà a Londra in dicembre. Se Donald Trump sbraitava già nel giugno scorso a Bruxelles contro l’insufficienza delle spese militari degli alleati europei, cosa farà nel dicembre prossimo quando starà per entrare nel vivo la campagna presidenziale negli Usa? E l’italia, che per la difesa spende l’1,1 per cento del Pil invece del richiesto 2 per cento, potrà ancora contare sulla relativa benevolenza americana o sarà investita in pieno dall’ira di Trump? La posizione ufficiale italiana è che spenderemo il 2 per cento per la difesa nel 2024, come prevede il patto sottoscritto da tutti gli alleati nel 2014. Ma con i chiari di luna che ci aspettano, pochi ci credono. Ed ecco allora che il ministro Elisabetta Trenta rispolvera (ne parlerà oggi in sede Nato) la proposta copri-spalle dell’italia: occorre modificare il metodo per calcolare la percentuale del Pil, esistono spese per la sicurezza che non sono incluse nel bilancio della Difesa (come gli investimenti per la protezione cibernetica), lo stesso vale per la sicurezza delle infrastrutture energetiche, e poi del contributo alla Nato devono far parte le missioni militari all’estero. Proposte ragionevoli, che se accolte farebbero comodo anche ad altri Paesi europei che faticano a spendere rapidamente di più come vuole Trump (la Germania, in particolare). Ma ben pochi credono che a dicembre Casa Bianca e Pentagono vogliano accettare i suggerimenti di Roma.
Tanto più che Trump vede con fastidio il progetto di bilancio europeo nel quale le spese per la difesa vengono notevolmente aumentate, nell’ambito sì di uno sforzo per incoraggiare la cooperazione industriale, ma anche a seguito di una inedita mancanza di fiducia tra le due sponde dell’atlantico. Sotto sotto la speranza italiana è che a Londra vada ancora una volta sul banco degli accusati la Germania «ricca e debitrice», riconoscendo a noi il diritto a procedere più lentamente. Ma attenzione, fare il tiro alla fune con Trump è imprudente.