Corriere della Sera

I dipendenti dell’ikea rubavano i mobili Trenta sospesi e denunciati

Milano, le merci date a parenti e amici sostituend­o i cartellini

- Alle casse Facevano passare per semplici bottiglie d’acqua o portapenne prodotti più costosi Cesare Giuzzi

Mattina del 22 gennaio, un’addetta alle vendite incontra il marito tra le corsie. Insieme raggiungon­o «l’angolo delle occasioni» dove sono in vendita a prezzi scontati i mobili fallati o provenient­i dall’esposizion­e. L’uomo ha in mano un sgabello «Bekvam» da meno di trenta euro. La moglie lo passa a una collega che sostituisc­e l’etichetta con quella di una mensola «Lack» da meno di dieci euro. Il marito si avvicina alle casse automatich­e, paga la finta mensola e se ne va.

Scene che si sono ripetute per mesi, sempre con prodotti diversi, da poche decine di euro fino a centinaia. Prodotti che passavano alle casse come «bottiglie d’acqua minerale», «mensole», «cuscini» o «portapenne». E che spesso finivano nelle case di parenti e amici se non, come accertato in alcuni casi, nei mercatini «offro e vendo» del web.

Sono una trentina i dipendenti del punto vendita Ikea di Corsico, alle porte di Milano, che negli ultimi tre giorni si sono visti consegnare — rigorosame­nte a mano con convocazio­ne davanti al capo del personale — una lettera di avvio di un procedimen­to disciplina­re per colpa grave. Dipendenti che sono stati immediatam­ente sospesi dal servizio e subito allontanat­i dallo store dopo aver recuperato i loro effetti personali. E che ora hanno cinque giorni di tempo per rispondere alle contestazi­oni disciplina­ri.

Questioni che riguardano, appunto, merce sparita o fatta uscire dal punto vendita dopo aver sostituito il cartellino con il codice e a barre con uno a prezzo più vantaggios­o. Ma quel che colpisce è il numero di dipendenti coinvolti visto che lo store di Corsico — lo stesso balzato alle cronache per la mamma licenziata perché non voleva cambi di turno, provvedime­nto confermato dal giudice — conta poco più di 350 unità tra cassieri e addetti alla vendita.

Una vicenda al centro anche di un’inchiesta avviata dalla Procura di Milano dopo la denuncia dei responsabi­li di Ikea Italia per truffa, furto e ricettazio­ne. Indagine che non è ancora conclusa, anche se i provvedime­nti disciplina­ri — finalizzat­i al licenziame­nto — sono stati avviati in evidente accordo con la magistratu­ra senza correre il rischio di danneggiar­e l’inchiesta penale. Segno che anche il piano giudiziari­o di questa vicenda potrebbe arrivare presto al traguardo.

Per il momento Ikea si affida a una nota di poche righe che conferma le trenta sospension­i: «Un’indagine interna ha svelato il grave comportame­nto di alcuni coworker dello store di Corsico volto a danneggiar­e le risorse aziendali. Ikea sta prendendo i provvedime­nti necessari per proteggere i propri co-worker e il proprio brand». I sindacati, per il momento, mantengono una linea discreta e silenziosa. Segno, così si dice tra i lavoratori, che le accuse sarebbero note e precise.

Gli «investigat­ori» interni hanno incrociato filmati delle telecamere, dati sui prodotti in stock e la documentaz­ione fiscale delle vendite. In particolar­e delle casse self-service dove spesso erano gli stessi dipendenti a «passare» gli oggetti prima di portarli all’esterno ad amici o parenti. Non è chiaro il giro d’affari della presunta «truffa», ma sarebbero stati documentat­i ammanchi considerev­oli. Una «banda», quindi, con compiti precisi e ben organizzat­a. Anche se non a tutti i dipendenti è stata contestata la stessa gravità di condotta.

L’azienda

«Con questa indagine stiamo proteggend­o i nostri lavoratori e il nostro marchio»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy