Corriere della Sera

La ragazzina scomparsa nei boschi Le accuse dei pm all’educatrice

Brescia, Iushra era in gita con un’associazio­ne. Il papà: dovevano proteggerl­a

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BRESCIA Di lei non si è trovato nulla. Non una scarpa, non un lembo della maglietta gialla a fiori o dei leggings rosa. Niente. Nonostante per rintraccia­rla sia stato fatto di tutto: l’hanno cercata centinaia di soccorrito­ri, giorno e notte. La piccola Iushra Gazi, origini bengalesi, 12 anni appena, affetta da autismo, è sparita nel nulla, «risucchiat­a» dall’altopiano carsico di Cariadeghe — oltre settecento ettari di bosco e una ventina di chilometri di grotte — a Serle in provincia di Brescia, la mattina del 19 luglio scorso, durante una gita organizzat­a dalla Fobap (Fondazione bresciana assistenza psicodisab­ili) con due gruppi di ragazzini disabili. Non erano ancora scoccate le undici: il tempo di preparare il pranzo al sacco sui tavoloni di legno nel prato, poi il gioco, e la «fuga», quella che non concede segnali per tentare di contrastar­la. Perché Iushra «adorava correre». Ma al terzo tentativo educatori e volontari non l’hanno riacchiapp­ata più. Svanita, oltre il sentiero sterrato che si intrufola nel bosco. La incrociò il signor Mario, a spasso con il suo cagnolino, certo che «l’avrebbero raggiunta subito». E invece no.

Quasi sette mesi dopo le indagini sono alla svolta. Il fascicolo non è più a carico di ignoti: i sostituti procurator­i Donato Greco e Antonio Bassolino hanno iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo — e non più lesioni, non importa se il corpo non è stato recuperato — Roberta Ratti, l’operatrice Fobap alla quale, quella mattina, la bimba era stata affidata. La più esperta, la più preparata. La prima a inseguire Iushra, salvo accorgersi dopo poche decine di metri che non sarebbe riuscita a raggiunger­la e quindi costretta a tornare per chiamare i rinforzi. Troppo tardi. È proprio sulle delicatiss­ime fasi dell’allontanam­ento della bambina che da sempre si concentran­o gli inquirenti, che nei mesi scorsi hanno escluso altre possibili piste (tra le quali il rapimento). Resta da capire se altre persone, ai vertici della Fondazione, possano avere responsabi­lità nella scomparsa della bambina. Per questo Roberta Ratti è stata convocata per un interrogat­orio in Procura nei prossimi giorni. I pm vogliono ricostruir­e i passaggi della vicenda ma anche eventuali perplessit­à che la stessa educatrice avrebbe manifestat­o a chi sta sopra di lei, vista la problemati­cità di Iushra, di fronte alla possibilit­à di portarla a Cariadeghe. Anche se «pur nel dolore che provoca questa terribile vicenda, non ci sentiamo responsabi­li» commentaro­no i vertici Fobap mesi dopo l’accaduto, a difesa del lavoro del personale, ancora sotto choc.

«Ha iniziato a guardarmi negli occhi e a correre, sapevo

A luglio L’accompagna­trice: «Mi guardava e correva, poi correva ancora più forte»

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