«Così mio figlio capirà il valore delle piante»

Simona Maionchi, madre di un bambino di 6 anni e mezzo, designer meccanica, è una disoccupata. Ma, in attesa di un lavoro stabile, la voglia di fare e inventarsi qualcosa di nuovo non l’ha mai abbandonata. «E poi in questa idea di adottare gli ulivi — spiega — ci ho visto anche tanta bella pedagogia. Voglio far capire al mio bambino che è importante adottare una pianta che è anch’essa un bene comune, una creatura da tutelare e salvaguardare».

Così Simona, per dare il buon esempio, ha chiesto che le siano affidati gli alberi del cortile della scuola media Anna Frank, zona Ovest della città. «Sarà la scuola di mio figlio Diego dopo le elementari — dice — e dunque credo che anche lui mi darà una mano a portare a termine il mio compito. Sono solo tre alberi, quelli che probabilmente il Comune mi concederà in adozione, ma non è importante la quantità. Sono altissimi, sembrano querce, belli eppure trascurati e bisogna lavorarci un bel po’ per potarli come si deve e farli tornare all’antico splendore. Questa è una sfida che io e mio figlio sapremo vincere».

Il risultato? «Be’, olio ce ne sarà poco — risponde Simona — ma ho in mente di raccogliere le olive e cuocerle al forno, metterle in salamoia oppure produrre pasta di olive. Poi faremo barattolini e li daremo in beneficienza. Si chiameranno le olive di Diego. Intanto mi sto già preparando. Tra poco frequenterò un corso di potatura. E magari da cosa nascerà cosa».

 Sono altissimi, sembrano querce, belli eppure trascurati e bisogna lavorarci un bel po’ per potarli come si deve e farli tornare all’antico splendore Questa è una sfida che sapremo vincere