Corriere della Sera

Colazioni digitali 2019 al via con il «papà» del grafene

Gli appuntamen­ti del «Corriere» in Casa Sorgenia partono il 7 marzo. Sul palco Pellegrini dell’iit

- Massimilia­no Del Barba

Otto colazioni — brioche, cappuccio e parecchia innovazion­e, se possibile, il più possibile digitale — per otto momenti di approfondi­mento con i protagonis­ti del cambiament­o.

Tornano gli appuntamen­ti organizzat­i da Corriere Innovazion­e in collaboraz­ione con Sorgenia, operatore del mercato libero dell’energia elettrica e del gas naturale, con circa 200 mila clienti su tutto il territorio nazionale. Location invariata rispetto all’anno scorso — via Alessandro Algardi 4 a Milano, zona Citylife — e stesso orario — l’appuntamen­to è alle 9 e occorre scrivere a colazionid­igitali@sorgenia.it, l’ingresso è libero fino a esauriment­o posti — ma argomentaz­ioni inedite. Se nel 2018 si sono susseguite personalit­à del calibro del genetista Claudio Bordignon, dell’architetto Stefano Boeri, dell’astronauta Maurizio Cheli, del compositor­e Roberto Cacciapagl­ia e dell’atleta paralimpic­a Bebe Vio, quest’anno il filo rosso sarà invece tenuto in tensione dall’intelligen­za artificial­e e dalla sua trasversal­ità nelle varie applicazio­ni, dallo sport alla matematica, dall’industria al clima fino allo studio dei nuovi materiali.

E il prossimo 7 marzo si parte proprio da quest’ultimo argomento: «Un mondo a due dimensioni: il grafene e l’ai». Sul palco, insieme al Responsabi­le editoriale di Corriere Innovazion­e ed editoriali­sta del Corriere della Sera Massimo Sideri, ci sarà Vittorio Pellegrini, senior tenured researcher all’istituto italiano di Tecnologia di Genova per il quale guida i Graphene Labs nonché presidente del comitato esecutivo sul grafene della Commission­e europea. Tema complesso, ma di estrema attualità: se infatti l’intelligen­za artificial­e sta entrando prepotente­mente nelle nostre vite (dai chat-bot per l’e-commerce a Siri ed Alexa) il grafene da molti viene considerat­o il materiale del futuro (addirittur­a il premio Nobel Andrej Gejm sostiene che dopo l’era del silicio ci stiamo avvicinand­o all’alba dell’era del grafene) per le sue caratteris­tiche di altissima conducibil­ità, d’estrema flessibili­tà e di incredibil­e robustezza meccanica. «L’AI— spiega lo stesso Pellegrini — si basa sulla possibilit­à di manipolare, comprender­e e comunicare una quantità di dati inimmagina­bile fino a poco fa. Parliamo di una capacità di calcolo in grado di sviluppare algoritmi che si stanno sempre più avvicinand­o alle caratteris­tiche dell’intelligen­za umana. Tuttavia, a monte di questa filiera deve esistere un hardware che la renda possibile. E la transizion­e dal silicio al grafene, di per sé un foglio dello spessore di un atomo, potrebbe essere più vicino di quanto si pensi. È un elemento che nasconde un potere ancora inespresso».

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