Applausi al film da oggi in 300 sale. Il regista Giovannesi: non è «Gomorra jr»
BERLINO L’incoscienza, la ferocia, l’euforia del crimine. E l’adolescenza negata. «La camorra è l’unica struttura che crede nei giovani. Al Sud, per loro, la criminalità è l’unica risorsa, l’unica possibilità di affermarsi». Roberto Saviano accompagna La paranza dei bambini, il film italiano in gara di Claudio Giovannesi, tratto dal suo romanzo (da oggi nelle sale in 300 copie). E scuote un’edizione soporifera della Berlinale con riflessioni punteggiate da applausi: «La pistola è la lampada di Aladino, la usi e puoi ottenere quello che vuoi».
Ce n’è anche per il ministro degli Interni Matteo Salvini, che voleva togliergli la scorta: «Averla è un dramma, non un privilegio. Volevano farlo anche al giornalista Sandro Ruotolo. Quello che succede in Italia è grave. Sono sereno, continuo a non farmi intimidire dalle minacce che Salvini sistematicamente fa. È l’unico politico occidentale che indossa la divisa della Polizia, non solo in occasioni pubbliche: è un’aggressione alla democrazia».
Ispirato da fatti di cronaca, Giovannesi racconta il rapporto tra adolescenza e vita criminale; la perdita dell’innocenza di un 15enne, impersonato da Francesco Di Napoli, e dei suoi amici coetanei; la scelta della violenza «totalizzante e senza ritorno». Saviano aggiunge che «l’aspettativa di vita per loro è tornata quella del Medioevo. Nella norma, muoiono a vent’anni. E a quell’età pensano di avere vissuto molto». Vivere completamente, e poi morire subito. Dice che i paranzini, i ragazzini con la pistola, non si pongono il problema: le cose vanno così. «Insieme fanno squadra.