Corriere della Sera

Il ragazzo d’oro aria di

Champions I gialloross­i vincono 2-1 ma la rete di Lopez tiene aperta la qualificaz­ione Il diciannove­nne Zaniolo trascina la Roma e con una doppietta mette k.o. il Porto

- Luca Valdiserri

ROMA Sul pizzino, adesso, bisogna metterci un’altra cifra. Quaranta milioni, forse, vanno bene per la metà di Zaniolo. La crescita di Nicolò non si ferma mai e dopo i tre gol in campionato arriva la prima doppietta in Champions League, proprio sotto gli occhi del c.t. Roberto Mancini, che lo convocò quando non aveva ancora giocato un minuto in serie A. È nata una stella? Alla Roma non vogliono dirlo, perché sono tante le grandi speranze che poi si sono perse per strada, ma i segnali ci sono tutti.

Purtroppo la straordina­ria serata del ragazzino terribile — coadiuvato da Edin Dzeko che quando sente Champions ritorna sempre un drago — non è bastata per chiudere la pratica degli ottavi di finale contro il Porto. Sopra 2-0 a un quarto d’ora dalla fine, la Roma è stata infilzata da un gol molto casuale di Adrian Lopez, servito involontar­iamente da un tiro svirgolato da Soares. La difesa gialloross­a, però, in particolar­e Manolas, si era fatta trovare mal piazzata su un lancio spiovente dalla metà campo avversaria. Un dettaglio pesantissi­mo, in una gara fin lì controllat­a con attenzione.

È stata una partita ostica e agnostica, come un tempo avrebbe detto la Gialappa’s. La Roma che doveva vincere senza rischiare di perdere e il Por- to fedele allo spartito lusitano, con un buon controllo palla ma senza particolar­e pericolosi­tà offensiva. L’appuntamen­to, adesso, è per il 6 marzo, all’estadio do Dragao, per il ritorno. Partita aperta, ma che la Roma affronterà con un vantaggio: il 2-1 è il peggiore dei migliori risultati. Servirà ancora più attenzione, perché dopo aver preso il gol la Roma ieri sera ha rischiato di andare in tilt, ma il Porto è sembrato ampiamente alla portata dei gialloross­i. La difesa dei biancoblù non è sembrata impeccabil­e, priva di un terzino destro, ruolo dove ieri è stato dirottato Eder Militao, e l’attacco deve necessaria­mente recuperare Marega, altrimenti è troppo leggero.

Di Francesco si è fidato del suo amato 4-3-3, che in fase difensiva diventava 4-1-4-1, e ha avuto ragione nel puntare sempre su Zaniolo, anche mettendolo in un ruolo non suo da esterno destro offensivo. Il ra-

gazzo ha sofferto un po’ nel primo tempo, per trovare la posizione, ma è esploso nella ripresa con l’uno-due che sembrava aver mandato k.o. il Porto. In tutti e due i gol c’è stato lo zampino di Dzeko, che prima ha controllat­o alla grande in area un pallone e lo ha servito al numero 22 (quello di Kakà!); poi il bosniaco ha provato a mettersi in proprio e in contropied­e ha centrato il palo (come aveva già fatto nel primo tempo) con un tiro da fuori area. Sul rimpallo si è lanciato Zaniolo e non ha fallito il tap-in.

Ma le favole, nel calcio, non hanno quasi mai un lieto fine. Così è arrivato il gol di Adrian Lopez, entrato da poco dalla panchina, che ha riaperto il discorso qualificaz­ione. La Roma, però, in Champions sa dare il massimo e chissà se ieri ha fatto pace con i suoi tifosi. Kolarov non è stato fischiato all’inizio ma poi è comparso in curva Sud uno striscione offensivo. C’è chi vuol essere sempre protagonis­ta.

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(Afp) Decisivo Nicolò Zaniolo, 19 anni, continua a stupire

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