Corriere della Sera

Sci, dalle squadre arriva una sorpresa di bronzo

Italia terza nel Team Event: battuta nella finalina la Germania grazie a un’inforcata di Strasser

- Paolo Tomaselli Flavio Vanetti

Siamo una squadra fortissimi... A sorpresa. E che sorpresa. Ecco il bronzo che non t’aspetti nel Team Event, alias slalom parallelo a squadre, la specialità nella quale eravamo imbranati come Fantozzi e nemmeno riuscivamo a scattare dai cancellett­i dello start. Sono simili a quelli dello snowboard cross e per riuscire a interpreta­rli è stato necessario, ad uso degli allenament­i, piazzarne uno a Cervinia e un altro a Tarvisio.

Irene Curtoni, unica veterana del quartetto, e i giovani leoni Simon Maurberger, Alex Vinatzer e Lara Della Mea (bravissima: ha fatto la differenza) regolano i tedeschi nella «finalina» dopo aver mancato d’un pelo il successo in semifinale sull’austria, sconfitta poi per l’oro dalla Svizzera come ai Giochi 2018.

Va bene così, anzi va di lusso perché gli azzurri, lanciati negli ottavi e nei quarti dal 3-1 su Finlandia e Norvegia, sono stati aiutati dalla sorte. Eravamo in vantaggio 2-1 sulla Germania, ma Vinatzer nell’ultima manche è saltato e Linus Terzi

La squadra azzurra composta da Lara Della Mea, Simon Mauberger, Irene Curtoni, Alex Vinatzer, Marta Bassino e Riccardo Tonetti sul podio di Aare (Ap) Strasser ha tagliato il traguardo esultante. Dopo pochi istanti, la doccia fredda dell’inforcata. Replay impietoso e gioia invertita: tedeschi giù dal podio, azzurri in trionfo. Per Alex il colosso, un brivido speciale: «Ero deluso. Però si è ribaltato tutto: il podio, che figata».

Da ieri la Svizzera, assieme all’austria, è la sola nazione ad aver vinto ai Mondiali in ogni specialità; ma l’italia centra l’ultimo podio che le mancava in questa manifestaz­ione.

Quella che oggi la Fis battezzerà quale erede della combinata, con scenari da aggiustare in chiave olimpica ma quasi definiti per i Mondiali tant’è che a Cortina 2021 ci sarà pure la prova individual­e, è una disciplina «crazy». Prima di tutto perché l’olimpionic­o svedese André Myhrer ha inventato una tecnica ormai codificata: la porta da gigante va buttata giù come se fosse il paletto di uno slalom. Però ci riescono solo quelli alti come lui, Vinatzer o lo svizzero Zenhaeuser­n. Invece i piccolotti o non ci arrivano o rischiano la frustata in faccia: meglio passare «modo antiquo», la scelta della Della Mea e di Maurberger, quest’ultimo gatto imbattuto da 4-vittorie-4.

Però l’originalit­à del parallelo sta anche nelle storie particolar­i che sa imbastire. Prendiamo Irene Curtoni, colpita dal mal di schiena. Ha perso sempre ma si gode un bronzo che moralmente le tocca «perché ho disputato tutti i paralleli. Ho sempre creduto nella medaglia ma l’ho vinta, grazie ai giovani, nel giorno in cui potevo dare di meno». E che dire di Riccardo Tonetti, sul podio assieme all’altra riserva Marta Bassino? Quando ha corso — lunedì nella combinata — il bronzo l’ha perso per un amen; quando è stato in panchina, invece, l’ha conquistat­o. «Questa medaglia — dice il Tonno — ha un senso diverso da quella che ho mancato. Ma me la prendo perché ho consigliat­o i giovani e perché di paralleli ne ho corsi tanti».

L’italia avrebbe potuto addirittur­a lottare per l’oro: era 2-1 sull’austria (priva di Hirscher) ma la Della Mea ha sbagliato. Eliminazio­ne per somma dei tempi: «Ho osato troppo» dice la ragazzina dal futuro luminoso. Perdonata. Come esistono le convergenz­e parallele, ci sono i paralleli che convergono. Sul podio.

Sul podio da riserva La vendetta di Tonetti, quarto in combinata: «Ho dato consigli, la medaglia è anche mia»

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