Corriere della Sera

Un comitato centrale e le scelte su Rousseau Di Maio cambia il M5S Gli attriti con Casaleggio

Il vicepremie­r: «Fatti errori». E apre alle liste civiche

- Emanuele Buzzi

La nuova forma del Movimento è decisa: nascerà un «comitato centrale» e, a cascata, una serie di comitati regionali. Ognuno sarà diviso per referenti — non impegnati in prima linea nelle istituzion­i — che gestiranno «in maniera verticale» i temi politici (imprese, difesa, immigrazio­ne, scuola e molti altri). Questa è l’impronta — molto simile a una segreteria politica ma un po’ più flessibile — che Luigi Di Maio vuole proporre ai militanti. Ma il dato politico di giornata è anche il ritorno prepotente, centrale della piattaform­a Rousseau nei processi decisional­i dei Cinque Stelle. Un ritorno alle origini, segnato da alcune novità dirompenti.

Il Movimento pubblica le regole per le candidatur­e alle Europee — includendo cinque capilista scelti dal leader — e Di Maio annuncia via blog una sorta di rivoluzion­e copernican­a: nuova struttura appunto e possibilit­à di allearsi con liste civiche alle Amministra­tive (forse, come ipotizzato tempo fa da Max Bugani, già a partire da fine 2019). Soluzioni che, però, dovranno essere sottoposte al vaglio dei militanti su Rousseau. E non solo. Anche lo scoglio del voto sul caso Diciotti passerà molto probabilme­nte (e in tempi rapidi) da una votazione online.

Dopo la sconfitta alle Regionali in Abruzzo e i giorni di silenzio pubblico, sfociati internamen­te anche in momenti di tensione con Davide Casaleggio (superati poi dalla riflession­e condivisa che ha dato il la al post sul blog), il vicepremie­r propone una mediazione tra le due idee linee che hanno animato la discussion­e nel Movimento: maggiore struttura e più collegiali­tà. Il compromess­o è dettato dalla necessità di «bilanciare gli equilibri», come dicono alcuni esponenti pentastell­ati. E getta le basi per una nuova fase politica. «Dove non siamo pronti dobbiamo smetterla di presentarc­i», ammette il capo politico dei Cinque Stelle.

Ma la partita del Movimento non è solo interna. La fase di autocritic­a riguarda anche gli atteggiame­nti e i risultati da perseguire in seno all’esecutivo. Ieri Di Maio ha incontrato Conte e sul blog ha ribadito la volontà di proseguire con l’esecutivo legastella­to fino alla fine della legislatur­a. «C’è chi pensa che per vincere in Abruzzo dovevamo far cadere il governo. Questo finché ci sarò io non avverrà». Ma quello che è certo è che i Cinque Stelle hanno intenzione, d’ora in avanti, di vendere cara la pelle per portare a casa alcuni dei loro totem. A partire da Tav. E tra i vertici c’è chi subito mette in chiaro: «L’analisi costi-benefici è la Bibbia».

Linea dura anche sulle nomine per Bankitalia. In questa partita di trattative complicate rientra anche il nodo delle autonomie regionali, che interessa al Carroccio quanto forse l’alta velocità ai pentastell­ati.

Intanto, in questo clima di incertezza, non si placa la protesta dei falchi. «Si è deciso di trasferire la nostra credibilit­à ad una forza al 14% (il 17%, ndr) dei consensi», attacca Luigi Gallo.

Il voto sul blog Struttura con comitati regionali. E anche il caso Diciotti potrebbe essere votato sul blog

Per vincere le elezioni in Abruzzo dovevamo far cadere il governo? Questo finché ci sarò io non avverrà Luigi Di Maio

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