Corriere della Sera

La ragazza che ferma il pestaggio «Non potevo far finta di nulla»

Firenze, l’uomo picchiato anche a terra. Lei: un’offesa alla mia città

- Giulio Gori Simone Innocenti

FIRENZE Un pestaggio all’ora dell’aperitivo, davanti agli occhi di un intero quartiere, tra bastoni, un coltello e una pistola scacciacan­i. Ma quel quartiere si ribella, un gruppo di donne si fa avanti. E una ragazza di 25 anni ha il coraggio di irrompere in mezzo agli aggressori per tirare un calcione a chi sta picchiando un uomo a terra.

Quel che è accaduto martedì sera in piazza dei Ciompi a Firenze, nel centraliss­imo rione di Sant’ambrogio, ha fatto il giro dei social con un video che immortala il pestaggio, ma anche la reazione dei residenti indignati. E, a un giorno di distanza, quella ragazza minuta, da dietro il bancone del bar in cui lavora, racconta: «Quando ho visto uno degli aggressori usare la pistola per spaccare la faccia al ragazzo che era a terra, non ci ho sentito più. Non ho avuto paura, forse sono stata incoscient­e, ma mi è sembrata la cosa più naturale da fare. Gli ho dato un calcio, non un calcio vero, era più una spinta per cercare di allontanar­lo».

Dopo la rissa, mentre il tunisino aggredito è ancora in ospedale, i carabinier­i hanno fermato un minorenne libico. Il ragazzo racconta di aver reagito a una tentata rapina: «Volevano portarmi via i soldi, avevo tre euro, mi hanno messo le mani in tasca», ha detto. Ma gli inquirenti vogliono vederci chiaro, capire se si sia trattato davvero di una rapina o se invece, come raccontano i residenti di Sant’ambrogio, se sia stata una guerra tra gruppi di spacciator­i per il controllo del territorio. Di certo, il giovane libico è accusato di lesioni personali aggravate. Anche gli altri tre che erano con lui, ora in fuga, sono stati identifica­ti: hanno tutti precedenti per reati connessi agli stupefacen­ti. L’ipotesi è che i tre sospettati siano già stati arrestati domenica scorsa per droga e ricettazio­ne. Lunedì, sono tornati liberi.

La ragazza che ha tentato di sedare la rissa spiega di essere «intervenut­a un po’ per il timore che facessero male a quel ragazzo, un po’ per il dispiacere: quello che stava succedendo non va bene da nessuna parte, ma l’ho vissuto come un’offesa alla mia Firenze». E aggiunge: «No, non chiamatemi “eroina”».

Mentre la politica si divide, tra la Lega che accusa il sindaco Dario Nardella di non combattere la criminalit­à e il primo cittadino che invece chiama in causa il ministro dell’interno Matteo Salvini per non aver inviato a Firenze gli agenti richiesti da tempo, il rione di Sant’ambrogio racconta la sua paura: «È stata un’aggression­e di nuovi spacciator­i che vogliono soppiantar­e quelli che ci sono da tempo — dicono —. I “nuovi” giravano con i bastoni come padroni del quartiere. Non lo possiamo accettare, né possiamo accettare che chi viene arrestato venga scarcerato puntualmen­te il giorno dopo: per questo martedì sera tutti sono usciti dalle case e dai locali per urlare contro di loro». la terza media di una scuola svizzera. Quel giorno, subito dopo l’uscita, scompare. Alcune testimonia­nze orientano la bussola investigat­iva verso l’allora sconosciut­o Lorenzo Bozano. Tutte parlano di una spider rossa che quel giorno passa ripetutame­nte davanti all’istituto e poi si ferma. Quell’auto, per l’accusa, è la sgangherat­a Alfa Romeo di Bozano. Dalle perquisizi­oni salta fuori un foglio con tre parole agghiaccia­nti: «Affondare, seppellire, murare». Il corpo della ragazzina affiorerà dal mare della spiaggia di Priaruggia il 20 maggio.

Al processo di primo grado del 1973 il «biondino» viene assolto per insufficie­nza di prove. Sentenza ribaltata due anni dopo in appello e confermata nel 1976 in Cassazione. Bozano è però scappato in Francia, in Africa e ancora in Francia. Sino a quando nel 1979 arriva l’estradizio­ne e l’assassino finisce nel penitenzia­rio di Porto Azzurro.

Sembra un altro uomo, completame­nte riabilitat­o. Giura ancora la sua piena innocenza, La vicenda

● Una rissa in pieno centro è scoppiata due sere fa nella piazza dei Ciompi a Firenze, dove si sono affrontati a bastonate (e con una pistola scacciacan­i) giovani nordafrica­ni

● I carabinier­i hanno fermato uno degli aggressori, un sedicenne libico. Il ferito, un tunisino di 33 anni, ha trenta giorni di prognosi

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In semilibert­à Lorenzo Bozano, 74 anni, è stato condannato all’ergastolo per il delitto di Milena Sutter

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