Trussardi e la vendita (a un fondo italiano): è il nostro Rinascimento
Tomaso e Quattror: «Premesse migliori per crescere»
Toccherà a lui essere l’anello di congiunzione tra passato e presente. Nel suo ruolo di presidente del consiglio di amministrazione, Tomaso Trussardi sarà la memoria storica e il «garante» di un marchio che da ieri è stato ufficialmente acquisito, con una partecipazione di circa il 60 per cento, dal fondo Quattror SGR, specializzato nel rilancio e sviluppo di imprese italiane di medio-grandi dimensioni in temporanea crisi finanziaria. L’operazione — dalla lunga gestazione — è stata effettuata attraverso la creazione di una newco, partecipata al 70% da Quattror e da Tomaso Trussardi al 30%,
che controlla l’86% della holding Finos, azionista unico di Trussardi S.P.A. Il restante 14% è ora nelle mani di Maria Luisa Gavazzeni, madre di Tomaso Trussardi. Le prime parole di Tomaso, di fatto l’unico della dinastia bergamasca ad essere rimasto operativo dentro all’azienda, sono andate al padre, scomparso in un incidente d’auto nel 1999.
«Credo che si siano così create le premesse migliori per portare avanti il progetto sviluppato da mio padre Nicola», ha detto il 35enne imprenditore, parlando di un «Rinascimento» che rispetterà il dna del Levriero. «Con i miei trent’anni di memoria aziendale ho ben presenti i codici del brand e mi impegnerò perché non vengano dispersi in questo viaggio verso la contemporaneità», dice al Corriere Tomaso Trussardi, la cui presenza all’interno dell’operazione è definita «una fortuna» dallo stesso Andrea Morante, presidente di Quattror SGR. «Tomaso è la memoria storica di un marchio nato nel 1911 e riconosciuto a livello internazionale», spiega Morante, mentre sottolinea come il fondo Quattror, con questa operazione, abbia confermato la sua missione e vocazione di sostegno alla medio-grande azienda italiana.
L’acquisizione della maggioranza di Trussardi S.P.A. è avvenuta attraverso un rafforzamento della struttura finanziaria del gruppo tramite un aumento di capitale pari a circa 50 milioni di euro, la definizione di un piano quinquennale di sviluppo internazionale condiviso con Trussardi e l’accordo con gli istituti di credito finanziatori del gruppo. «Le nostre dotazioni di capitale sono state messe al servizio di un progetto molto sfidante», dice Morante, che non nasconde la difficoltà incontrate. «È stata una faticaccia, ma adesso siamo soddisfatti di aver investito in un settore rilevante per l’economia del Paese, come quello della moda».
Le parole chiave di questa operazione iniziano tutte per R, come dice il nome del fondo: riassetto, ristrutturazione dell’azionariato, rilancio del business, con la volontà forte di tenere nel Paese un simbolo del made in Italy. «Negli anni abbiamo ricevuto tante offerte, avremmo potuto vendere — conferma Trussardi —, ma non potevamo rinunciare al nostro dna e certo non per una forma di vanità o di vetrina personale». Ora Quattror punta a rilanciare l’azienda, che negli ultimi anni ha sofferto di un calo di redditività, con il 2017 che si era chiuso con una perdita di 30,6 milioni e un fatturato 2018 di circa 150 milioni. Il nuovo corso punterà sui prodotto simbolo di Trussardi, come gli accessori e la pelletteria, ma anche con l’estensione del segmento profumeria e la scommessa della ristorazione, ma non in chiave stellata.
Nel piano di sviluppo, affinato con un ceo di prossima nomina, ci sarà la riunificazione dei marchi nel brand Trussardi. Un percorso che potrebbe portare al termine dei cinque anni anche al ritorno della famiglia Trussardi al timone: si parla di un rofo (right of first offer) concesso a Tomaso. «Ma quando si celebra un matrimonio — dice Morante — non bisogna pensare ai termini del divorzio: il nostro intento è rilanciare il marchio, portarlo in Borsa. Poi penseremo al resto».
Abbiamo ricevuto tante offerte, avremmo potuto vendere. Ma non potevamo rinunciare al nostro dna e certo non per una forma di vanità
Con i miei trent’anni di memoria aziendale ho ben presenti i codici dell’azienda e mi impegnerò perché non vengano dispersi nel nuovo viaggio del brand