Rana: domenica e feste? No ai negozi chiusi, danni per noi produttori
«Meno posti di lavoro, così vince solo chi vende online»
Premessa: Giovanni Rana non parla volentieri di politica. Fategli domande su tutto — tortellini, ripieni, produzione, stabilimenti, mercati — e lui vi risponderà con la stessa amabilità che traspare dagli spot. Ma la politica, no.
Perciò deve essere davvero preoccupante la situazione se oggi questo antesignano dei rider — ha iniziato consegnando la pasta fresca a domicilio con la sua bicicletta — ha deciso di derogare alla regola della casa. Per mandare un messaggio a chi esaminerà in Parlamento il disegno di legge del governo che introduce chiusure festive e domenicali obbligatorie dei negozi: «Attenti — dice —, la materia è delicata. L’impatto non sarà negativo solo per il mondo del commercio. Anche le aziende produttrici verranno danneggiate».
Teme di vendere meno tortellini?
«No, mi scusi, non è un’eventualità. Parliamo di una certezza. Obbligare a chiudere la domenica vuol dire mettere in difficoltà anche le aziende che producono ciò che si trova sugli scaffali».
Ma gli italiani non si metteranno a dieta perché ci sono i negozi chiusi...
«No guardi, non è detto che si recuperino negli altri giorni della settimana tutte le vendite che ora si fanno di domenica. E io posso permettermi di non angustiarmi troppo perché il 60% del nostro fatturato ormai viene fatto all’estero».
Nei suoi stabilimenti si lavora di domenica?
«No, ma di sabato sì. Vede, il punto è dare al consumatore quello di cui ha bisogno, il resto viene di conseguenza. Posso farle un esempio?».
Prego.
«Noi abbiamo sette stabilimenti, uno di questi è negli Stati Uniti, vicino a Chicago. Agli americani piacciono i tortelli grandi. Per noi italiani il peso ideale è 8 grammi. Negli Stati Uniti li abbiamo proposti di 25 grammi. Infatti i consumatori ci hanno premiato. E adesso puntiamo a raddoppiare lo stabilimento».
Cosa c’entra?
«C’entra. Ormai sono tantissimi gli italiani che trovano comodo fare la spesa la domenica. Non tenere conto delle loro esigenze non fa bene a nessuno. Andare incontro al consumatore: questa è la religione di chi fa impresa. NEGOZI CHIUSI
26 domeniche su 52
COMUNI CON PIÙ DI 10 MILA ABITANTI: aperti sempre i negozi sotto i 250 metri quadrati COMUNI CON MENO DI 10 MILA ABITANTI: aperti sempre i negozi sotto i 150 metri quadrati
CENTRI STORICI: nessun limite di apertura
Consumatori
«Nei miei stabilimenti si lavora di sabato pur di soddisfare i nostri consumatori»