L’amore in un ipermercato Sogni e un po’ di nevrosi
Un valzer tra gli scaffali è un film da scoprire nella sua serena carica malinconica di quotidianità ed è un titolo da prendere alla lettera: il valzer è Sul bel Danubio blu di Strauss e gli scaffali sono quelli di un ipermercato vicino Lipsia, luoghi di solitudini tangenziali. Gli impiegati si dividono per le merci (la Siberia è reparto surgelati) che spostano negli alti piani di lunghi, kafkiani corridoi, con i muletti, elevatori da guidare con un patentino.
Il nuovo assunto Christian (Franz Rogowski) è sotto la protezione del collega Bruno, reparto bevande, ma intravede in Marion, addetta ai dolciumi malmaritata (Sandra Hüller) la speranza di un sogno d’amore che tra gli scaffali si restringe alla pausa caffè o a un cioccolatino con una candelina. Terzo film di Thomas Stuber, applaudito alla Berlinale, è una scommessa vinta per la dolcezza mai sdolcinata con cui viaggia in luoghi che ci danno sicurezza di commercio e di vita che continua. Ma nel ricco reparto invisibile del film si vedono delusioni, tentativi sentimentali e introspezioni del personale (col «posto» fisso di Olmi), e anche sommosse nevrotiche tutte tedesche. Niente giudizi, né tanto meno accuse anti capitalistiche al luogo simbolo del commercio (ogni riferimento alla Metro non è casuale); se mai un tenero cinismo alla Kaurismäki per dirci che la vita è quello che è ma che nel fruscio di un elevatore si può sentire quello delle onde del mare, quello del finale dei 400 colpi di Truffaut.