Duello di carte sulla Tav, Salvini alza il tiro
«L’analisi l’ho letta, non mi ha convinto». Ma Bonafede: è un documento valido, su quella base ci confronteremo
«L’analisi costi-benefici l’ho letta. Posso solo dire che più veloci viaggiano le merci e le persone, meglio è». Quindi il documento della commissione guidata dal professor Marco Ponti non l’ha convinta? «No». Il vicepremier Matteo Salvini ribadisce la linea della Lega sulla Tav, l’alta velocità ferroviaria fra Torino e Lione. E le sue parole confermano come proprio la Tav sia una delle linee di frattura più profonde tra quelle che separano i due alleati di governo.
Nelle stesse ore il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5S) ricorda che la valutazione della commissione di esperti «è enormemente negativa, però tra noi e la Lega si è sempre discusso in maniera concreta e obiettiva, tra persone per bene, prive di pregiudizi». Ragionamento condiviso dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: «A me la relazione ha convinto. Sulla base di quel documento avremo modo di confrontarci in modo sereno. Non c’è nessuna spaccatura».
Parole diplomatiche che però non riescono a nascondere la tensione che attraversa il governo gialloverde. Una tensione che l’opposizione ha cercato di far venire a galla in Parlamento: ieri Forza Italia ha chiesto di anticipare il voto per le mozioni sulla Tav, sulle quali Lega e Movimento 5 Stelle avrebbero probabilmente votato in modo diverso. Ma il cambio del calendario è stato bocciato dall’aula, rinviando il momento della resa dei conti. E lasciando il terreno alla tattica delle dichiarazioni. Il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno (Lega) dice che sull’analisi costi-benefici le «perplessità non sono né poche né lievi». Mentre il sottosegretario alla presidenza del consiglio Mattia Fantinati (M5S), risponde che «chi critica l’analisi della commissione Ponti non è rispettoso delle competenze».
Secondo il commissario di governo alla Torino-lione Paolo Foietta, lo studio del professor Ponti è «omertoso perché dà numeri ma non spiega il metodo attraverso il quale ci si è arrivati». Lo stesso commissario ha firmato un documento che individua 10 errori nell’analisi del professor Ponti. Ma crede alla sua buona fede: «Pressioni su di lui? Mi pare complicato».