Trump, emergenza nazionale per il Muro
Il presidente firmerà la legge di bilancio ma userà fondi militari per costruire la barriera con il Messico
WASHINGTON Una firma per evitare un nuovo «Shutdown», la paralisi dell’amministrazione, e poi «altri decreti esecutivi, compresa la dichiarazione di emergenza nazionale» per finanziare il Muro al confine con il Messico. Ieri la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, ha annunciato la doppia mossa di Donald Trump, confermando le notizie diffuse pochi minuti prima dal leader dei repubblicani al Senato, Mitch Mcconnell.
La decisione è maturata al termine di un’altra giornata convulsa. Per tutta la mattina il presidente ha fatto filtrare la sua insoddisfazione per il compromesso raggiunto dalla commissione bipartisan formata da 17 parlamentari. La cifra più importante del provvedimento è quella destinata all’installazione di «barriere fisiche» lungo 88 chilometri di frontiera: 1,38 miliardi di dollari. Un quarto rispetto ai 5,7 miliardi di dollari considerati dalla Casa Bianca il minimo indispensabile, si legge ancora nella nota di Sarah Sanders, «per costruire il Muro, proteggere il confine e mettere in sicurezza il nostro grande Paese». Oltre a falcidiare le risorse, i democratici hanno posto diversi vincoli: quei 1,38 miliardi non potranno essere usati per edificare muri in cemento.
Per Trump semplicemente inaccettabile: un risultato troppo distante dalla promessa bandiera della sua campagna elettorale. Certo i 25 miliardi di dollari evocati nel 2016 si sono rivelati un miraggio. Chiaro: il Messico non sborserà un centesimo. Ma almeno un po’ di cemento ci deve essere. Il leader americano, allora, proverà a recuperare fondi da altre caselle del bilancio già coperte. In particolare si preparerebbe a sottrarre 3,6 miliardi al Pentagono. Lo farà, come si ipotizza ormai da settimane, dichiarando «lo stato di emergenza nazionale»: una procedura prevista per fronteggiare eventi eccezionali, come calamità naturali o attacchi terroristici. Il decreto esecutivo del presidente, quindi, potrà essere impugnato dai tribunali. Ma evidentemente ciò non ha importanza nei calcoli politici di Trump.