Corriere della Sera

COME DECIDE

Il peso delle elezioni del 26 maggio, il duello di poteri i nodi della trasparenz­a e del rapporto con le lobby, la sfida per rilanciare i valori fondanti di solidariet­à e pace A cento giorni dal voto, una guida in dieci domande per provare a capire qual è

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Per cento giorni il Corriere attraverse­rà l’europa. Dalla Svezia a Cipro, dall’atlantico ai confini orientali con la Russia, proveremo a rispondere a una domanda: chi sono, come vivono gli europei? Lo faremo fino al voto per l’europarlam­ento, il 26 maggio. I nostri inviati, fotografi e videomaker, grandi temi, non solo politici, andranno in ognuno dei 28 comuni. E chiederemo ai nostri Paese dell’unione (compresa la opinionist­i una parola che,

Gran Bretagna), vedranno come secondo loro, restituisc­e il stanno i giovani che emigrano, senso o il sentimento (anche chi sembra avere gli insegnanti disilluso) dell’europa. Per migliori, che cosa rappresent­a questo progetto il Corriere ha ? il calcio per i neo Stati membri. vinto un bando

Proveremo a capire quali sono i dell’europarlam­ento. Europarlam­ento e Commission­e Ue si riuniscono in un «trilogo» per concordare un compromess­o.

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Perché la Commission­e, che propone le leggi, e il Consiglio dei governi, che le approva, sono criticati per ambiguità e scarsa trasparenz­a?

Innanzitut­to perché i 28 commissari sono quasi sempre politici imposti dai loro governi e, quindi, spesso solo formalment­e indipenden­ti. Inoltre importanti decisioni dei governi e della Commission­e sono prese «a porte chiuse».

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Quindi l’ue a volte decide senza adeguati controlli esterni?

Il controllo esterno diretto, di fatto, è attuato dai giornalist­i e dalle loro domande nelle conferenze stampa dei Consigli e alla Commission­e. «Sono oltre mille i corrispond­enti accreditat­i a Bruxelles — dice il portavoce della Commission­e europea Enrico Brivio —. Nel briefing di Mezzogiorn­o possono fare tutte le domande che vogliono sulle decisioni dei commissari e sull’operato delle decine di migliaia di funzionari interni, che coprono tutti i settori».

Perché le istituzion­i Ue sono spesso accusate di essere influenzat­e da lobby potenti?

I controlli attuali non bastano per evitare comportame­nti illeciti o troppo invasivi dei lobbisti. «I cittadini spesso non sono sufficient­emente informati su quanto accade nei Palazzi di Bruxelles — dice l’eurodeputa­to Sergio Cofferati di Si —. E, quando manca la trasparenz­a, la pressione delle lobby può arrivare a diventare pericolosa per la democrazia». Il lobbista Marcello Missaglia invita, però, a fare un distinguo: «Possono definirsi lobby pulite solo quelle che operano in chiara trasparenz­a e quindi aiutano i legislator­i con informazio­ni e dati precisi, altrimenti stiamo parlando di maneggioni o altra gente». Sono oltre 11 mila i lobbisti registrati nelle istituzion­i Ue.

Ci sono stati casi documentat­i di irregolari­tà?

Sono spuntati eurodeputa­ti disposti a presentare emendament­i in cambio di pagamenti di lobbisti. L’intera Commission­e Santer dovette dimettersi per scandali di frode, cattiva gestione e nepotismo. Una presunta tangente di una lobby del tabacco sarebbe ammontata a ben 60 milioni di euro. «La Commission­e a volte prende decisioni suggerite da grandi multinazio­nali, come tagli dei fondi all’agricoltur­a e alle piccole imprese, che fanno perdere tanti posti di lavoro, e poi ex commissari vengono assunti dalle stesse multinazio­nali...», denuncia l’eurodeputa­to leghista Mario Borghezio.

Questa crisi di fiducia viene percepita a Bruxelles?

In vista delle elezioni di maggio, sia i partiti tradiziona­li, sia i movimenti sovranisti/populisti condividon­o che nei Palazzi Ue molte cose vadano corrette e promettono cambiament­i. Molti cittadini ritengono che vadano recuperati i valori fondamenta­li di pace, giustizia e solidariet­à da cui è nata l’europa comunitari­a.

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