L’EUROPA
Perché votare alle Europee può incidere sull’attività dell’europarlamento e sulle decisioni prese dall’unione Europea?
La scelta degli eurodeputati è l’unica possibilità per i cittadini di farsi rappresentare direttamente nella definizione delle leggi europee (chiamate direttive), poi valide nei Paesi membri (27 dopo la Brexit). «Il Parlamento europeo esercita una funzione co-decisionale e di controllo per evitare che il Consiglio dei governi, la Commissione europea e la Banca centrale europea prendano decisioni senza il consenso popolare — spiega il presidente della Camera Ue Antonio Tajani di Forza Italia —. Per esempio, abbiamo bloccato l’attività invasiva della Vigilanza della Bce quando era guidata dalla francese Nouy, che voleva legiferare togliendo il ruolo al Parlamento. Con una iniziativa forte, i rappresentanti del popolo hanno vinto sui tecnocrati di Francoforte».
Perché la Camera Ue viene considerata «dimezzata»?
Perché ha poteri co-decisionali con i governi solo su alcune materie e le proposte di direttive partono dalla Commissione europea. «Siamo l’unico Parlamento a non poter proporre leggi e chiediamo di poterlo fare — dice il vicepresidente dell’europarlamento Fabio Massimo Castaldo del M5S —. Noi operiamo nella massima trasparenza, rispetto alla grande opacità del Consiglio dei 28 governi. Per questo i nostri poteri di controllo andrebbero potenziati. La nostra facoltà di sfiduciare solo tutta la Commissione europea è difficile da attuare: dovremmo poter censurare anche singoli commissari».
Tre esempi di interventi dell’europarlamento?
Ha dato il via all’entrata in vigore dell’accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Ha consentito di finalizzare l’eliminazione del costo del roaming, quando si usa il telefonino tra due Paesi membri. Ha varato norme per ridurre l’uso di sacchetti di plastica inquinanti.
È vero che i governi Ue di fatto decidono le leggi nei Consigli dei premier e ministri?
I governi si sono assegnati i maggiori poteri decisionali. L’organo tecnico Commissione europea propone le direttive e controlla che siano rispettati i Trattati Ue. Il vicepresidente finlandese della Commissione Jyrki Katainen fa l’esempio del progetto di difesa comune per chiarire come a Bruxelles si possano favorire sia le industrie, sia cittadini perché «interferenze di Paesi terzi hanno generato terrorismo, criminalità informatica e violazione dei dati, provocando richieste dalle popolazioni di maggiore sicurezza, che può essere garantita adeguatamente solo se i 27 Paesi operano insieme». L’europarlamento, oltre a co-decidere su alcune materie, può chiedere direttive specifiche con risoluzioni politiche non vincolanti. «Teniamo a bada gli egoismi dei governi, in un momento in cui si stanno disgregando — afferma il vicepresidente dell’europarlamento David Sassoli del Pd —. Con maggiori poteri potremmo affrontare meglio dalla concorrenza sleale dei Paesi membri che favoriscono le delocalizzazioni di imprese anche con fiscalità vantaggiose, ai rischi della globalizzazione senza regole, fino alla sicurezza di prese elettriche come di giocattoli».
Come fanno i ministri a decidere, se sono presenti nei Consigli a Bruxelles uno o due giorni ogni uno o due mesi (e i capi di governo ogni tre)?
I 28 ambasciatori presso l’ue a Bruxelles li sostituiscono con il loro organo Coreper: negoziano e preparano le decisioni dei governi, informandoli nelle capitali in vista dei Consigli. «Il Coreper si riunisce ogni settimana su due livelli, uno per i temi politici delicati e uno più tecnico — chiarisce l’ambasciatore presso l’ue Maurizio Massari —. Partecipano anche rappresentanti di Commissione, presidenza di turno dell’ue e Consiglio». In caso di posizioni diverse, governi,