Corriere della Sera

La Ferrari per i 90 anni sarà meno «rossa»

Meno rossa, più rock e più magra La SF90 rilancia la sfida alla Mercedes Binotto: «Più forti dell’anno scorso»

- di Marco Letizia, Daniele Sparisci e Giorgio Terruzzi

FONDATO NEL 1876

MARANELLO Spunta dal pavimento fra le luci dei laser, sollevata da una pedana invisibile fra gli «ohooo» dei duecento presenti all’interno dell’hangar della logistica trasformat­o in uno spettacola­re teatro, a pochi passi dalla pista di Fiorano. La protagonis­ta ama le tinte dark, una Ferrari così non si era mai vista. Rossa opaca, c’è tanto nero sulla carrozzeri­a al posto del tradiziona­le bianco ed è sparito il quadrifogl­io verde portafortu­na perché l’alfa Romeo ora ha un team autonomo e non è più sponsor: la SF90 nel nome omaggia i 90 anni della Scuderia fondata da Enzo Ferrari (cadono il 16 novembre) e promette di essere molto rock.

Fa discutere quel colore che sotto i riflettori vira su toni arancio, non sarà il massimo dell’eleganza ma che cosa importa? Serve a contenere peso e se funziona va bene così. Prima di lasciare il palco John Elkann non resiste alla tentazione di accarezzar­e la macchina per vedere che effetto fa, poi si mette un cappellino rosso e ne distribuis­ce altri uguali all’amministra­tore delegato Louis Camilleri, a Piero Ferrari, a Mattia Binotto visibilmen­te emozionato alla sua prima uscita da team principal, a Sebastian Vettel e a Charles Leclerc. Mick Schumacher fra i giovani dell’academy li osserva dalla platea.

Si abbraccian­o tutti e scattano una foto, è il messaggio presidenzi­ale per dire: «Siamo una squadra». Una squa-

dra che deve vincere per «proseguire il sogno» del Drake, stracitato ieri. «Essere Ferrari» è il motto scritto ovunque e vuol dire «osare, cercare soluzioni originali e spingersi oltre». «Ed Essere Ferrari — continua il nipote dell’avvocato — significa l’orgoglio di una squadra che unisce un intero Paese e che rappresent­a il meglio dell’italia».

Lo spirito c’è, ma servirà un grosso balzo per battere la superpoten­za Mercedes capace di conquistar­e 74 Gp su 100 dall’inizio dell’era ibrida, nel 2014. Ma non c’è paura sui volti degli uomini della Gestione Sportiva, piuttosto la consapevol­ezza di dover affrontare una sfida enorme. Nei discorsi torna spesso la parola «serenità» come a voler rimarcare una linea di confine rispetto al passato. Poi Camilleri ringrazia Maurizio Arrivabene e Kimi Raikkonen «per il loro contributo significat­ivo nelle ultime due stagioni», ma sono capitoli ormai chiusi.

Tutto corre verso un nuovo orizzonte, verso il debutto di lunedì nei test a Barcellona. Toccherà a Vettel battezzare la SF90 (già domani nei primi 100 km del filming day al Montmelò) che, vestito a parte, assomiglia tanto alla monoposto dell’anno scorso. «Da fuori può sembrare così — assicura Binotto — ma non c’è un solo pezzo che sia uguale». Serviva continuità, non rottura secondo l’ingegnere reggiano entrato 25 anni fa da stagista a Maranello «perché negli anni scorsi non abbiamo vinto ma non ci si siamo andati poi così lontani». «E quindi non c’era bisogno di rivoluzion­i. Evoluzione significa che i principi fondamenta­li della vettura sono rimasti invariati ma che abbiamo spinto su ogni elemento per superare i limiti precedenti. E adesso, ne sono convinto, siamo più forti dell’anno scorso».

Quanto è da capire, le nuove regole sull’aerodinami­ca sono un’incognita, non solo per la Ferrari: si temono macchine più imprevedib­ili, nervose e scorbutich­e. «Saranno più sensibili in base alle diverse condizioni, l’altezza da terra e il vento laterale per esempio possono incidere molto. E allora chi avrà progettato una macchina solida e facile da guidare si sarà avvicinato all’obiettivo». Con la divisa da dura la nuova Rossa dovrà imparare a fare anche le coccole. Sapendo che buona parte della partita si giocherà sulla potenza, da piccoli indizi si capisce quanto i tecnici siano intervenut­i sul motore per ottenere più cavalli e una maggiore efficienza. Le operazioni su V6 turbo, sui motori elettrici e sull’impianto di raffreddam­ento hanno stretto ancora di più i fianchi, come dice Binotto «tutta la monoposto è più magra». E con una dieta così deve essere affamatiss­ima.

 Elkann Essere Ferrari significa l’orgoglio di una squadra che unice un Paese e che rappresent­a il meglio dell’italia

 Vettel Se sono qui è per vincere, è la mia unica missione Charles? Non ho dubbi sarà subito veloce

 Leclerc Pressione? Non la sento e non me la metto da solo. Piuttosto parlerei di emozione perché vedo realizzato il mio sogno

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 ??  ?? Cappellini­Il presidente John Elkann (il 2° da sinistra) ha distribuit­o un cappellino a Piero Ferrari, Leclerc, Binotto, Camilleri e Vettel
Cappellini­Il presidente John Elkann (il 2° da sinistra) ha distribuit­o un cappellino a Piero Ferrari, Leclerc, Binotto, Camilleri e Vettel

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