Corriere della Sera

Mattarella, la pace di Parigi

Lite Lega-5 Stelle su Inps e autonomia. La ministra Stefani: il testo non cambia

- Antonella Baccaro

Caso chiuso. L’ambasciato­re di Francia è tornato a Roma dopo le polemiche dei giorni scorsi, e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella andrà in visita di Stato a Parigi dove vedrà Macron. Sul fronte interno, invece, restano le tensioni Lega-m5s su Inps e maggiore autonomia alle Regioni.

ROMA Con il rientro dell’ambasciato­re francese Christian Masset a Palazzo Farnese dopo nove giorni di assenza, e l’invito rivolto al capo dello Stato, Sergio Mattarella, dal suo omologo Emmanuel Macron a Parigi nei prossimi mesi, si è chiusa ieri la più difficile crisi diplomatic­a tra Italia e Francia dal secondo dopoguerra. A sancire l’importanza del filo riannodato tra il Quirinale e l’eliseo, il primo atto dell’ambasciato­re francese, al suo rientro nel primo pomeriggio in Italia, è stato la visita a Mattarella e la consegna dell’invito di Macron.

Il primo a rallegrars­i del rientro di Masset, dandogli il «bentornato» è stato il vicepremie­r Luigi Di Maio, che si è detto «contento» e ha annunciato: «Chiederò un incontro». Proprio il leader del M5S in mattinata aveva fatto una precisazio­ne importante sul suo rapporto con i gilet gialli: «Non ci sarà un dialogo con chi parla di guerra civile e di lotta armata. Se ci sarà una interlocuz­ione, sarà con chi crede nella democrazia». Parole gradite alla ministra francese agli Affari europei, Nathalie Loiseau, che ha twittato: «Sana condanna del comportame­nto del signor Chalencon (il leader estremista del movimento, ndr) da parte di Luigi Di Maio». Anche Matteo Salvini si è rallegrato «per la polemica chiusa» ma ha rinnovato la richiesta d’incontro con il suo omologo francese «per riportare in Italia alcuni dei 15 terroristi latitanti da anni in Francia».

Nel riaprire la residenza di Palazzo Farnese alla stampa, Masset ha sottolinea­to come il lavoro tra Italia e Francia «non si è mai interrotto in questa settimana», quella in cui l’ambasciato­re è rimasto a Parigi. «Ci sono stati anche incontri importanti» ha ricordato Masset, riferendos­i ad esempio alla visita dei magistrati italiani al ministero di Giustizia francese per discutere del caso dei latitanti italiani rifugiatis­i in Francia dopo gli anni di piombo.

«Macron — ha proseguito l’ambasciato­re — e tutti i ministri mi hanno ribadito l’importanza delle relazioni tra Francia e Italia come un bene comune». Il richiamo in Francia del diplomatic­o è stato il segno della gravità della crisi determinat­a «dagli attacchi e dalle provocazio­ni degli ultimi mesi». Ma sul merito dello scontro Masset non ha voluto fare alcun commento: «Non neghiamo di avere divergenze su alcuni temi, ma la Francia è pronta ad affrontarl­i nel dialogo e nel rispetto reciproco», ha precisato Masset, annunciand­o che nei prossimi giorni vedrà i leader italiani.

L’ambasciato­re ha sottolinea­to come per il rientro della crisi sia stato determinan­te il ruolo dei due presidenti che si sono prima sentiti per telefono per ribadire l’importanza delle relazioni. Quella che si apre adesso è una fase operativa: «Lavoreremo alle prossime scadenze, parlando di tutto, anche dei temi su cui ci sono state delle divergenze, per portare la relazione tra i nostri Paesi al livello in cui deve essere». Poi, volgendosi verso la spettacola­re veduta che si gode dalla loggia di Michelange­lo, Masset ha concluso: «Il mio desiderio è che le luci di Palazzo Farnese rimangano sempre accese».

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