Mattarella, la pace di Parigi
Lite Lega-5 Stelle su Inps e autonomia. La ministra Stefani: il testo non cambia
Caso chiuso. L’ambasciatore di Francia è tornato a Roma dopo le polemiche dei giorni scorsi, e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella andrà in visita di Stato a Parigi dove vedrà Macron. Sul fronte interno, invece, restano le tensioni Lega-m5s su Inps e maggiore autonomia alle Regioni.
ROMA Con il rientro dell’ambasciatore francese Christian Masset a Palazzo Farnese dopo nove giorni di assenza, e l’invito rivolto al capo dello Stato, Sergio Mattarella, dal suo omologo Emmanuel Macron a Parigi nei prossimi mesi, si è chiusa ieri la più difficile crisi diplomatica tra Italia e Francia dal secondo dopoguerra. A sancire l’importanza del filo riannodato tra il Quirinale e l’eliseo, il primo atto dell’ambasciatore francese, al suo rientro nel primo pomeriggio in Italia, è stato la visita a Mattarella e la consegna dell’invito di Macron.
Il primo a rallegrarsi del rientro di Masset, dandogli il «bentornato» è stato il vicepremier Luigi Di Maio, che si è detto «contento» e ha annunciato: «Chiederò un incontro». Proprio il leader del M5S in mattinata aveva fatto una precisazione importante sul suo rapporto con i gilet gialli: «Non ci sarà un dialogo con chi parla di guerra civile e di lotta armata. Se ci sarà una interlocuzione, sarà con chi crede nella democrazia». Parole gradite alla ministra francese agli Affari europei, Nathalie Loiseau, che ha twittato: «Sana condanna del comportamento del signor Chalencon (il leader estremista del movimento, ndr) da parte di Luigi Di Maio». Anche Matteo Salvini si è rallegrato «per la polemica chiusa» ma ha rinnovato la richiesta d’incontro con il suo omologo francese «per riportare in Italia alcuni dei 15 terroristi latitanti da anni in Francia».
Nel riaprire la residenza di Palazzo Farnese alla stampa, Masset ha sottolineato come il lavoro tra Italia e Francia «non si è mai interrotto in questa settimana», quella in cui l’ambasciatore è rimasto a Parigi. «Ci sono stati anche incontri importanti» ha ricordato Masset, riferendosi ad esempio alla visita dei magistrati italiani al ministero di Giustizia francese per discutere del caso dei latitanti italiani rifugiatisi in Francia dopo gli anni di piombo.
«Macron — ha proseguito l’ambasciatore — e tutti i ministri mi hanno ribadito l’importanza delle relazioni tra Francia e Italia come un bene comune». Il richiamo in Francia del diplomatico è stato il segno della gravità della crisi determinata «dagli attacchi e dalle provocazioni degli ultimi mesi». Ma sul merito dello scontro Masset non ha voluto fare alcun commento: «Non neghiamo di avere divergenze su alcuni temi, ma la Francia è pronta ad affrontarli nel dialogo e nel rispetto reciproco», ha precisato Masset, annunciando che nei prossimi giorni vedrà i leader italiani.
L’ambasciatore ha sottolineato come per il rientro della crisi sia stato determinante il ruolo dei due presidenti che si sono prima sentiti per telefono per ribadire l’importanza delle relazioni. Quella che si apre adesso è una fase operativa: «Lavoreremo alle prossime scadenze, parlando di tutto, anche dei temi su cui ci sono state delle divergenze, per portare la relazione tra i nostri Paesi al livello in cui deve essere». Poi, volgendosi verso la spettacolare veduta che si gode dalla loggia di Michelangelo, Masset ha concluso: «Il mio desiderio è che le luci di Palazzo Farnese rimangano sempre accese».