La linea di Fontana «Droga, rivedere la modica quantità»
Il ministro Fontana: non c’è un livello ammissibile di uso degli stupefacenti
I l ministro Lorenzo Fontana ha appena letto il fondo di Antonio Polito sulla nuova emergenza droga e in un’intervista al Corriere dice: «L’idea è quella di ripensare profondamente il sistema della prevenzione e dell’assistenza. E, dall’altra parte, rivedere le norme in quelle parti come la “modica quantità”» che tra l’altro «impedisce di togliere gli spacciatori dalle strade».
MILANO «L’idea è quella di ripensare profondamente il sistema della prevenzione e dell’assistenza. Ma anche rivedere norme come la “modica quantità”: da un lato fa pensare che ci sia una quantità ammissibile, dall’altra impedisce di togliere gli spacciatori dalle strade». Lorenzo Fontana ha appena letto il fondo di Antonio Polito sulla nuova emergenza droga: «È importante — osserva il ministro per la Famiglia — che la questione torni al centro dopo che per anni è sembrato che fosse superata. Il mio primo atto pubblico è stata una visita a San Patrignano. Ci ho incontrato persone cresciute al Saval, il mio quartiere di Verona...».
Ministro, quali sono le caratteristiche del fenomeno?
«Le droghe sono più accessibili e meno costose e sono cambiate le modalità di utilizzo. A eroina e cocaina si affiancano nuove sostanze reperibili sul web, pericolosissime, che si tendono a mescolare e assumere con grandi quantità di alcool. Per contrastarne la vendita sul web abbiamo già attivato due accordi con Carabinieri, Nas, Ris e Lass e con la Direzione centrale dei servizi antidroga.ma anche la cannabis è un problema diverso dal passato».
In che modo?
«Ha causato un grande aumento delle richieste di trattamento presso i Serd, degli accessi ai pronto soccorso per intossicazione acuta, dei ricoveri
Le misure allo studio Per i ragazzi, a fini di recupero e non punitivi, percorsi terapeutici non rinunciabili
nelle Comunità a causa della forte concentrazione del principio attivo contenuto».
La risposta sul territorio non è debole e inadeguata ai nuovi consumi?
«Sul territorio i servizi sono differenziati, dipendono dalle politiche regionali, e alcune Regioni investono troppo poco. Da parte degli operatori, delle comunità e del volontariato, mi segnalano gravi difficoltà e carenze di risorse».
Al di là dell’impegno degli operatori, i Serd non sono oramai inadeguati a rispondere alla sfida?
«Gli orientamenti internazionali ci dicono che occorre un approccio integrato. I Serd quindi vanno aggiornati per affrontare tutte le forme di dipendenza: abbiamo istituito un fondo per la Prevenzione della Dipendenza di 7 milioni di euro. Forse non riusciremo a coprire tutti i bisogni ma almeno faremo ripartire gli interventi sul territorio».
Separare i ragazzini dall’ambiente in cui si drogano è una sfida che lo Stato è in grado di accettare?
«Lo Stato ha accettato la sfida alla droga, a chi la diffonde o ne predica uso libero. Gli adolescenti vanno tutelati anche con “bonifiche ambientali” dei luoghi che mettono a rischio la loro vita e il loro futuro. Anche i sindaci non possano sottrarsi ad attivare interventi efficaci per non lasciare zone franche in mano agli spacciatori. E certo dobbiamo sostenere le famiglie anche attivando misure che permettano di contenere e inserire questi ragazzi, chiaramente a soli fini di recupero e non punitivi, in percorsi terapeutici non rinunciabili. E sulla prevenzione, con operazioni come «scuole sicure», d’intesa col ministro Salvini abbiamo rafforzato i presidi».
Come fare con i genitori che si ritrovano soli di fronte a un problema colossale?
«Con i nuovi fondi a disposizione potremo attivare percorsi del tutto nuovi per accompagnare le famiglie e non farle sentire sole».
Lei pensa di superare la modica quantità?
«Certo. Ci stiamo lavorando con il ministro Salvini. Non possiamo pensare che si formi una riserva nella mente dei ragazzi secondo cui un pochino sia ammissibile drogarsi. In più, la modica quantità è un aiuto prezioso per gli spacciatori che difficilmente si fanno trovare con quantità superiori: vengono arrestati e in serata sono già liberi. Devo anche dire che la cosiddetta canapa legale, sorretta da importanti investimenti in marketing, credo non trasmetta un buon messaggio».
La conferenza nazionale sulle droghe non si fa da 11 anni. Pensa sia uno strumento da rilanciare?
«Il confronto tra le parti in gioco è fondamentale. Ma è vero che oggi esistono metodi avanzati e meno costosi per la concertazione delle strategie, ora è possibile pensare a nuove modalità per la sua realizzazione».