Corriere della Sera

Autonomia, è scontro (anche) sui tempi Conte e Fico: coinvolger­e il Parlamento

La Lega: accelerare. I dubbi di Sala. De Luca: la vogliamo pure noi. E lunedì voto 5 Stelle sulla Diciotti

- D.mart.

Il giorno dopo la falsa partenza sull’autonomia differenzi­ata — chiesta nel 2017 da Lombardia, Veneto ed Emiliaroma­gna — il presidente del Consiglio Giuseppe Conte frena la corsa della Lega e dei suoi governator­i che vorrebbero varare le «intese tra il governo e le Regioni» negando al Parlamento la possibilit­à di emendarle: «Si tratta di un processo serio da portar avanti con molta responsabi­lità. Il Parlamento non può essere destinatar­io passivo di un progetto di riforma rivoluzion­ario». Il presidente della Camera, Roberto Fico, rafforza il concetto: «Il Parlamento non solo verrà coinvolto ma avrà un ruolo centrale».

Così, dopo il flop in Consiglio dei ministri di giovedì sera, che si è limitato ad ascoltare la relazione della ministra Erika Stefani, sembra quanto meno rinviato il piano della Lega di varare in tempi stretti le intese tra governo e Regioni da sottoporre poi alla pura ratifica delle Camere. Nonostante lo scarso entusiasmo di Matteo Salvini per una partita tutta intestata ai governator­i Attilio Fontana e Luca Zaia, la Lega mostra la sua voglia di accelerare: «Quello sulla autonomia è un bel dibattito però è anche ora di concludere», la replica del sottosegre­tario Stefano Candiani indirizzat­a al presidente della Camera.

Oltre alla Lombardia, al Veneto e all’emilia-romagna, in lista d’attesa ci sono Liguria, Lazio, Marche, Piemonte, Toscana e Umbria a chiedere più autonomia allo Stato centrale. E ora spunta anche la Campania, guidata da Vincenzo De Luca (Pd), non senza una polemica del ministero per gli Affari regionali a trazione leghista: «La richiesta della Campania del febbraio 2018 (in realtà già avanzata anche nel 2017, ndr) non precisa gli ambiti e le materie...». «Sanità, Beni culturali, Ambiente», precisa la giunta di De Luca che sfida il governo «a garantire parità di condizioni per tutti i cittadini italiani». La Campania ha escluso dalla sua lista la Pubblica istruzione. E di ieri infatti un documento, che stronca il progetto di accelerare sul federalism­o firmato da tutti sindacati della scuola.

Nel M5S — che lunedì, su un altro fronte caldo, organizza la consultazi­one online sull’autorizzaz­ione a procedere per Matteo Salvini (caso Diciotti) — prevale la linea della parlamenta­rizzazione del tema senza però alimentare scontri con la Lega: «Siamo di fronte a una riforma costituzio­nale mascherata», avverte Giuseppe Brescia. Nel centrosini­stra Nicola Zingaretti parla di «ipotesi poco trasparent­i» e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala lancia un appello: «Questa autonomia è avvolta nel mistero. Fermiamoci e discutiamo».

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(Imagoecono­mica) A Roma Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, 54 anni, ieri all’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o della Corte dei Conti
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Il documento La lettera con cui già nel 2017 De Luca annunciava al premier Gentiloni la richiesta di autonomia per la Campania

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