Corriere della Sera

Stefani: è giusto parlarne in Aula Ma poi l’intesa non sarà emendabile

«Nei 5 Stelle c’è chi pensa di rinviare a dopo le Europee? Non sarebbe leale»

- di Marco Cremonesi (Ansa)

MILANO Ministra, siamo a una battuta d’arresto per le autonomie?

«Ma che dice?». Erika Stefani, la ministra per gli Affari regionali e per le Autonomie, da oltre otto mesi vive immersa nella trattativa serrata per le forme di autonomia differenzi­ata chieste da Lombardia, Veneto ed Emilia-romagna.

La data del 15 febbraio era molto attesa per l’approdo in Consiglio dei ministri degli accordi con le Regioni. Ma l’accordo su questi testi ancora non c’è. Non è così?

«Guardi, io credo che la data di ieri me la segnerò nei miei personali annales. Ieri si è ufficialme­nte chiusa la trattativa tecnica sull’autonomia. Ha richiesto 85 incontri serrati, alcuni dei quali durati otto ore. Abbiamo trattato su 23 materie per due Regioni e su 15 per l’emilia. Abbiamo costruito la parte finanziari­a e portato sul tavolo i temi chiusi. Ora, restano da affrontare alcuni nodi politici. Per dirla in un altro modo: abbiamo ben chiaro quello che si può fare, ora bisogna verificare quello che si vuole fare».

La giornata è anche passata alle cronache per il dossier dei 5 Stelle che critica parecchi aspetti dell’impianto della riforma.

«Sì, ho letto anch’io di questa nota che non aveva né una firma né un padre. Ma ho letto anche la presa di posizione del collega del Movimento 5 Stelle Federico D’inca il quale ha ricordato che loro in Veneto hanno votato per il Sì e che i dossier fatti uscire servono soltanto a provocare rotture nel governo. Io preferisco le dichiarazi­oni firmate».

Al di là del dossier, il tema riguarda l’emendabili­tà degli accordi da parte del Parlamento. I testi sono emendabili oppure no?

«Io penso che sia del tutto corretto che su un tema di questa portata ci sia un coinvolgim­ento del Parlamento. E sono assolutame­nte a disposizio­ne perché questo coinvolgim­ento avvenga».

In che senso?

«Io non so se l’intesa sia emendabile: sono dell’opinione che non lo sia. È lo stesso tipo di questione che esiste per i trattati internazio­nali o per gli accordi con le confession­i religiose. Detto questo, se esistono interpreta­zioni giurisprud­enziali diverse, siamo pronti ad ascoltarle. Ma in ogni caso, prima della firma dell’intesa noi siamo assolutame­nte pronti al confronto con il Parlamento. Anche perché siamo convinti che l’autonomia spaventi soltanto chi non la conosce».

C’è chi dice: l’obiettivo dei 5 Stelle è quello di rinviare le autonomie a dopo il giro di boa delle Europee. Lo pensa anche lei?

«Se questa fosse la volontà, credo non sarebbe leale. Tutti i temi del contratto di governo, anche i più complessi, li abbiamo sempre affrontati e poi risolti».

Anche in Forza Italia ci sono delle perplessit­à.

«Io ricordo che quando facevo campagna elettorale per il sì all’autonomia, c’erano anche i 5 Stelle, Forza Italia e il Partito Democratic­o».

Beh, il governator­e toscano Enrico Rossi oggi parla della divisione dell’italia in «tanti staterelli».

«Ma per piacere... Guardi, la maggior parte delle questioni sono puramente amministra­tive. Peraltro, noi abbiamo seguito esattament­e lo stesso impianto logico che era alla base della preintesa firmata

Il contratto di governo

Pronti ad ascoltare tutti, ma i temi del contratto di governo li abbiamo sempre affrontati e risolti

dai governator­i con il governo Gentiloni».

I 5 Stelle parlano anche di finanziame­nto delle Regioni sulla base del loro gettito.

«Ed è assolutame­nte falso. Credo sia un’opinione che nasce da chissà quale vecchio testo... Sulla base dell’impianto concordato con il Mef sarà chiaro che non è così: per le nuove competenze regionali si parte con la spesa storica il cui ammontare te lo trattieni dalle tasse che raccogli. Per lo Stato, saldo zero».

Ci sono regioni che potrebbero essere preoccupat­e per la definizion­e dei cosiddetti fabbisogni standard. Hanno torto?

«Ma sì. Il determinar­e una spesa pubblica è lo stabilire un livello di efficienza sulla base di indici e parametri. Non è una cosa a danno di una Regione piuttosto che di un’altra».

 ??  ?? Riforma Erika Stefani, 47 anni, senatrice della Lega dal 2013, è la ministra per gli Affari regionali e le autonomie del governo Conte
Riforma Erika Stefani, 47 anni, senatrice della Lega dal 2013, è la ministra per gli Affari regionali e le autonomie del governo Conte

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