Corriere della Sera

Tav, il pressing Ue Parigi: decidete subito o perdiamo i fondi

Bruxelles: «L’italia chiarisca il prima possibile» La replica di Toninelli: la nostra analisi utile a tutti

- Massimo Massenzio Andrea Rinaldi

TORINO Lo stallo in cui il governo Conte ha precipitat­o la Torino-lione irrita i colleghi d’oltralpe e l’europa che vanno in pressing su Roma. In ballo ci potrebbe essere infatti la restituzio­ne di parte dei fondi stanziati per l’avanzament­o della linea ferroviari­a transalpin­a.

A rompere gli indugi è questa volta la ministra francese dei Trasporti, Élisabeth Borne, che ieri ha pubblicame­nte messo il governo italiano alle strette, chiedendo di prendere una decisione «ora». Intervenut­a sull’emittente televisiva del Senato francese, Borne ha detto che «la Francia ha chiarament­e rispettato il tempo chiesto da nostri partner italiani, ma oggi diciamo noi agli italiani, altrettant­o chiarament­e, che questa decisione deve arrivare». Borne ha argomentat­o che «in ballo ci sono finanziame­nti europei e se non vogliamo perderli la decisione deve arrivare, ora». L’unione europea infatti è disposta a finanziare fino al 50% la costruzion­e del collegamen­to ferroviari­o tra Lione e Torino.

A stretto giro Bruxelles ha ribadito la propria posizione e lo ha fatto tramite la portavoce della commissari­a ai Trasporti Violeta Bulc, a cui ieri mattina i tecnici del governo italiano hanno illustrato i risultati dell’analisi costi-benefici sulla Torino-lione. Per la Commission­e Ue infatti la Tav «resta un progetto importante per l’italia, la Francia e l’ue», ha rimarcato Bulc, in quanto si tratta di un «progetto transeurop­eo necessario per unire le regioni e rafforzare la coesione, è un progetto di solidariet­à e unione» e che «aumenta i mezzi di trasporto sostenibil­i». Insomma se l’italia tentenna, l’ue non cambia idea e ribadisce la sua posizione. Nessun commento sull’analisi costi benefici ma «la Commission­e ha già detto chiarament­e alle autorità italiane che ulteriori chiariment­i sono necessari nei prossimi giorni, prima possibile, per chiarire come l’italia intende rispettare l’accordo di finanziame­nto».

La risposta del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli all’incalzare dei Paesi europei non si è fatta attendere: «Con la Commission­e Ue è in corso una fattiva interlocuz­ione che ha come scopo quello di utilizzare al meglio i fondi europei per le infrastrut­ture — recita una nota del Mit —. Il lavoro che si sta facendo al Ministero e l’analisi costi benefici sul progetto del Tav Torino-lione servono a tutti, Ue compresa, per comprender­e come impiegare al meglio i soldi dei contribuen­ti italiani, francesi ed europei».

In occasione della presentazi­one della manifestaz­ione del 23 marzo a Roma, i leader della lotta all’alta velocità passano intanto al contrattac­co: «Bene che si certifichi che si tratta di un’opera inutile e costosa, ma vogliamo qualcosa di più — spiega Lele Rizzo —. È ora che cessi la militarizz­azione della Val Susa e del cantiere di Chiomonte che, da oggi, è destinato a chiudere». Anche l’ex commissari­o di governo per la Tav Paolo Foietta, getta il suo guanto di sfida, ma al governo e convoca l’ultimo osservator­io Torino-lione per il 25 febbraio a Torino. Al suo fianco le 33 associazio­ni datoriali promotrici del movimento Sì Tav.

Il fronte del No

I movimenti incalzano il governo: vogliamo di più, in Val Susa basta militarizz­azione

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