Inps, la battaglia per il dopo Boeri La Lega vuole Nori, i 5 Stelle Tridico
L’ipotesi di vicepresidenza al consulente di Di Maio, ma non c’è l’intesa. Brambilla terzo nome
ROMA C’è un’altra voce da aggiungere alla mappa dei terreni di scontro tra i due alleati di governo: il nuovo vertice dell’inps. La Lega vuole che il successore del presidente Tito Boeri, scaduto alla mezzanotte di venerdì, sia Mauro Nori, oggi consigliere del ministro dell’economia e per cinque anni, dal 2010 al 2015, direttore generale proprio dell’inps. Un uomo che già conosce una macchina complessa come quella dell’istituto di previdenza. Ma il Movimento 5 Stelle non ci sta, vuole per sé quella casella. E ha indicato Pasquale Tridico, consigliere del vicepremier Luigi Di Maio, professore di Economia all’università Roma Tre, e soprattutto «padre» del reddito di cittadinanza, che anche l’inps sarà chiamato a gestire.
Ieri mattina si è diffusa la voce che l’accordo fosse chiuso con un salomonico ticket: Nori presidente, Tridico vice. Una possibilità aperta dal nuovo assetto dell’inps in cui il presidente non sarà più solo ma verrà affiancato da un consiglio d’amministrazione formato da altre quattro persone. Ma in realtà l’accordo non è ancora chiuso. «Al momento non confermo nulla», si limita a dire Nori. Mentre l’altra persona in lizza, Tridico, smentisce l’ipotesi che possa diventare il numero due parlando di «fake news». Anche dal governo frenano: «Non abbiamo ancora deciso nulla», dice il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, in quota Lega. Più sferzante il commento che arriva dal Movimento 5 Stelle con il sottosegretario agli Affari regionali, e snodo delle nomine di peso, Stefano Buffagni: «Dopo il Fantacalcio, il Fantainps. È una notizia da pensionare».
L’accordo non c’è perché il braccio di ferro è ancora in corso. Come del resto ammettono fonti della Lega: «Con il Movimento 5 Stelle non c’è alcun accordo ma anche nessuna preclusione per le nomine Inps». E ancora: «Si sta lavorando per una soluzione veloce, che arriverà nei prossimi giorni». Le stesse fonti della Lega difendono il fatto di aver seguito tutte le procedure per trovare il sostituto del presidente: « Questo governo ha rispettosamente atteso la scadenza naturale del mandato di Boeri che qualunque altro governo Renzi non avrebbe avuto alcuna esitazione a far saltare con abbondante anticipo». Il Carroccio, in sostanza, rivendica il fatto di non aver rimosso Boeri nonostante i ripetuti scontri che il presidente dell’inps ha avuto con questo governo. Forse dimenticando che motivi di attrito lo stesso Boeri li aveva avuti anche con altri governi, compreso quello Renzi.
In ballo non c’è solo una casella pur importante come quella del presidente dell’istituto di previdenza. Quelli che vengono messi sulla bilancia sono i rapporti di forza tra i due alleati di governo. E in realtà ci sarebbe un terzo nome in corsa. Un nome dato in pole position in passato e adesso in posizione defilata. È quello di Alberto Brambilla, grande esperto di previdenza, autore del capitolo pensioni nel programma elettorale della Lega. Lui ha declinato l’offerta più volte. Ma nella partita delle nomine, come nella vita, mai dire mai.
La battuta
Il sottosegretario Buffagni: «Il Fantainps dopo il Fantacalcio: una notizia da pensionare»